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Capasa (Cnmi), industria moda strategica ma poco considerata da Governo

Un’industria “poco considerata” dal Governo quella della moda, eppure è  "strategica": il primo produttore di lusso al mondo e la seconda per incidenza sul Pil del Paese. Il presidente della Camera nazionale della moda italiana, Carlo Capasa, sceglie il palco del Milano Fashion Global Summit per denunciare la scarsa attenzione da parte delle istituzioni centrali al comparto. Sembrano passati gli anni in cui la moda era finalmente diventata un reale interlocutore. Un velo di oblio è di nuovo calato sul settore. Complice forse la pandemia, che ha rimescolato le carte, drammaticamente, o magari anche la volontà di smarcarsi dalle scelte fatte da precedenti esecutivi che avevano acceso i riflettori sull’industria della moda e del design. Tant’è. Nelle stime di Capasa il comparto subirà quest’anno una contrazione del 30% circa, pari a 20-30 miliardi di euro. Si dovrà attendere solo “la metà del 2021” per tornare a livelli accettabili”. Per dirsi fuori dalla crisi, invece, si dovrà attendere la fine del 2022 o l’inizio del 2023. Nel frattempo servono misure per aiutare a traghettare il settore fuori dalla crisi, ma “sono sempre orizzontali”, a scapito di quanto sono “troppo piccoli o troppo grandi". Per altro, ricorda Capasa, in Italia “non è mai stata favorita la dimensione, la creazione di un polo del lusso”. Eppure la moda, da monte a valle, dà lavoro a 1,2 milioni di persone”. Serve un cambio di passo, è l’auspicio, anche culturale. “Spero che il Recovery Fund potrà contribuire: noi faremo una proposta strutturata per crescere sia sul digitale e sia sulla sostenibilità" conclude.

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