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Capital Group, " possibile volatilità mercati nel 2022 su elezioni mid term Usa, guardare a lungo periodo"/ IL Commento
Miller, "storicamente, le elezioni hanno avuto un impatto molto limitato sui rendimenti degli investimenti a lungo termine"
"Vi sono buone probabilità di un aumento della volatilità nel 2022, ma questo non deve spaventare. La verità è che i rendimenti azionari a lungo termine provengono dal valore delle singole società nel tempo. Per investire in modo intelligente è opportuno guardare oltre i massimi e i minimi a breve termine e mantenere invece il focus sul lungo termine". Matt Miller, economista politico di Capital Group, analizza le possibili conseguenze sui listini delle elezioni di mid term americane, alle quali mancano più di nove mesi, tuttavia si tratta di un appuntamento "tra i più importanti della storia degli Stati Uniti".
"I mercati - nota Miller - hanno esibito un comportamento diverso durante gli anni delle elezioni di metà mandato. Se da un lato alle elezioni manca ancora quasi un anno, e in politica questo è un’eternità, dall’altro l’esperienza passata suggerisce che per il partito al potere ci saranno delle ripercussioni che porteranno i Repubblicani a riprendere il controllo della Camera e potenzialmente del Senato. Dal momento che la perdita dei seggi è così usuale, di solito questo viene scontato dai mercati all’inizio dell’anno. Ma la portata di uno squilibrio di potere politico e delle seguenti ripercussioni politiche rimane incerta fino a fine anno". Insomma, "le elezioni possono mettere a dura prova i nervi. I candidati spesso attirano l’attenzione sui problemi del Paese e le campagne elettorali amplificano sistematicamente i messaggi negativi. Le proposte politiche rimangono incerte, ma spesso si rivolgono a settori o imprese specifici. Perciò non dovrebbe sorprendere che la volatilità del mercato statunitense sia più elevata negli anni delle elezioni di metà mandato, soprattutto nei mesi precedenti all’Election Day. Dal 1970, gli anni di metà mandato hanno registrato una deviazione standard mediana dei rendimenti di quasi il 16%, rispetto al 13% di tutti gli altri anni" sottolinea Miller, che ritiene che anche in questa circostanza le cose non cambieranno: "l'anno probabilmente riserverà qualche ostacolo lungo il cammino e gli investitori dovrebbero prepararsi a una volatilità a breve termine, ma non mi aspetto che i risultati delle elezioni possano costituire un catalizzatore degli investimenti in un senso o nell’altro".
L'economista suggerisce anche di non attribuire troppa importanza ai risultati elettorali, perché questo "potrebbe creare problemi agli investitori: storicamente, le elezioni hanno avuto un impatto molto limitato sui rendimenti degli investimenti a lungo termine. Nel 2020, molti investitori temevano lo scenario della cosiddetta “onda blu”, o il jackpot dei Democratici. Eppure, nonostante questi timori, l’Indice S&P 500 ha messo a segno un rialzo di quasi il 35% dopo le elezioni del 2020 (fino al 12 gennaio 2022)".