- Design
Carl Hansen & Son, una crescita che continua da 11 anni
Knud Erik Hansen: “La conoscenza è la chiave per la sostenibilità”
Dopo un 2020 archiviato con un giro d'affari di oltre 94 milioni di euro (700 milioni in corone danesi), un profitto record prima della tassazione di 12 milioni e mezzo (93 mln dkk), la corsa di Carl Hansen & Søn continua da 11 anni e non accenna a rallentare. Il Ceo Knud Erik Hansen racconta a Luxury&Finance com’è trascorso l’anno del Covid per l'azienda danese specializzata in complementi d’arredo. “Le persone hanno cambiato prospettiva sulla casa e sull’ambiente, investendo sulla qualità di ciò che le circonda nel quotidiano”, spiega il direttore del brand, che insieme al responsabile dello sviluppo dei prodotti, Mads Rabjerg, ha presentato le novità 2021, in Italia, con un’anteprima stampa virtuale.
Come se il Covid non ci fosse mai stato?
“Ovviamente l’arrivo della pandemia è stato uno shock per tutti. All’inizio il governo danese ci ha concesso di lasciare a casa almeno il 25% del personale grazie ai sussidi, ma fortunatamente, solo dopo un mese, abbiamo richiamato tutti al lavoro restituendo i sussidi al governo, perché i nostri ordini aumentavano a dismisura e avevamo bisogno di maggior personale per poterli evadere tempestivamente. Il fatto che le persone vivessero maggiormente l’ambiente domestico e cambiassero abitudini e prospettive ha spinto molti ad acquistare online, per questo noi abbiamo visto alcuni sviluppi imprevedibilmente positivi nel 2020”.
E qual è stato il segreto di questo successo?
“C’è stata una combinazione di fattori, compresa una disponibilità di denaro da parte dei consumatori senza precedenti per il nostro mercato. Improvvisamente le persone non hanno più potuto muoversi, viaggiare, andare a mangiare fuori… É nato così un “nuovo modo di vivere”, le persone hanno incominciato a guardarsi intorno, stabilendo un rapporto nuovo con l’ambiente, compreso quello domestico e il suo arredamento. E lì hanno concentrato le loro spese. Inoltre, i consumator sono diventati più consapevoli su ciò che gli succede intorno, sul cambiamento improvviso che si sono trovati a vivere, sulla sostenibilità e sulla qualità di ciò che acquistano”.
Con un’espressione mutuata dalla moda, siamo passati allo “slow furniture”?
“Sì, c’è una maggiore consapevolezza sull’impatto delle nostre azioni. I nostri prodotti, peraltro, hanno sempre avuto la vocazione di durare nel tempo: alcuni modelli hanno anche 60, 70 anni e sono ancora perfetti, possono passare di generazione in generazione. I nostri complementi vogliono essere classici, senza tempo”.
Che cosa ci può dire rispetto ai vostri numeri?
“Le nostre proiezioni di fatturato per quest’anno sono in crescita: non abbiamo un solo prodotto trainante, abbiamo un range di elementi su cui puntare. Rispetto al 2017, la nostra azienda è passata da 6mila metri quadrati a 50mila… praticamente, siamo circa 10 volte più grandi e ci stiamo sviluppando molto velocemente; basti pensare che dal 2002, Carl Hansen & Søn ha incrementato notevolmente la sua presenza a livello internazionale con diversi Flagship Store in tutto il mondo. Infatti, oltre a Milano, siamo presenti a Copenhagen, Gelsted (sede dell’azienda), Stoccolma, Londra, Oslo, Parigi, Amburgo, Varsavia, Helsinki, Tokio e Osaka, ma anche oltre oceano con New York e San Francisco. Tre dei quali aperti nell’ultimo anno! E abbiamo filiali in Medio Oriente, Giappone e Hong Kong”.
Molte imprese sono state letteralmente salvate dall’e-commerce negli ultimi 12/15 mesi. È stato così anche per voi?
“Anche il nostro e-commerce è cresciuto in questi ultimi anni, e sensibilmente rispetto allo scorso anno, e continua a crescere. Posso dire di più. Molti dei nostri venditori sono stati salvati dalle vendite online. Osserviamo un grande cambiamento nel modo di fare acquisti, soprattutto nei confronti dei brand. Di fronte ai prodotti di marca i clienti non esitano e acquistano, anche online, perché il brand dà loro una garanzia rispetto alla qualità e ai plus di ciò che in quel momento non possono toccare. Conoscere l’azienda porta il nostro consumatore ad avere massima fiducia nel nostro prodotto”.
Non è un rischio comprare una sedia senza averla provata?
“Chi cerca i nostri prodotti online li conosce, li ha magari provati in qualche negozio, li ha sognati a lungo… e in questo momento storico li acquista online perché si fida del brand”
E questo non fa arrabbiare i rivenditori?
"Ormai c’è una tale evoluzione dei sistemi di vendita che anche i negozi si sono attrezzati. Questo succede anche nei nostri flagship store in giro per il mondo. Quello su cui puntiamo è un’attenzione più mirata ai clienti e alle loro esigenze: una relazione più stretta”.
Ha accennato prima a una maggiore attenzione del cliente all’ambiente. Come vi ponete di fronte al tema della sostenibilità, visto che usate una materia prima sensibile come il legno?
“Serve una grande conoscenza per lavorare il legno e creare arredi di design. Devi saper riconoscere la qualità del legno e conoscere il tipo di legno che ti serve per ottenere un certo risultato… Noi sfruttiamo la lunga tradizione ebanista danese in questo senso: centinaia e centinaia di anni nella creazione di prodotti di legno. Certo, a volte sarebbe più semplice e meno costoso usare anche il metallo, per realizzare un divano per esempio, ma a noi piace il legno e quello usiamo”.
E legno sia, allora. Il primo prodotto passato in rassegna durante la presentazione online della nuova collezione è la “T Chair”, ideata e disegnata nel 1958 dal designer danese Ole Wanscher. La sedia, pur apparendo semplice dal punto di vista formale, ha visto una progettazione lunga e complessa: come per tutte le sedute realizzate dal brand, le linee della “T Chair” non sono dritte e lo schienale ricurvo, formato da un solo pezzo di legno intagliato, sembra un unicum grazie a un particolare effetto specchiato. Le parti ricurve dello schienale, declinandosi verso il basso, cambiano forma e conferiscono un movimento particolare alle gambe della seduta. Tutte le parti della T Chair, dopo l’assemblaggio, sono state smaltate e sabbiate, non solo quelle visibili, per esempio dello schienale, ma anche la parte sottostante la seduta, per avere un risultato omogeneo e curato nei minimi particolari.
Il secondo prodotto presentato all’Open House è l’FK11, una poltroncina realizzata in legno di quercia finitura olio e ideata per accompagnare la libreria modulare FK63, introdotta recentemente nel portfolio del brand. Nonostante questo, la poltrona è un pezzo d’arredamento indipendente e, oltre alla versione classica in legno di quercia, che potrebbe risultare familiare ai clienti più affezionati di Carl Hansen & Søn, è disponibile in diverse finiture. La seduta si può piegare fino a diventare completamente piatta: i braccioli in pelle scamosciata sono muniti di alcuni fori che, oltre ad avere una funzione estetica, permettono al materiale di mantenersi sempre in tensione nonostante l’usura nel tempo. Una versione analoga della poltrona è la FK10, con schienale più alto e seduta più bassa.
Terza novità 2021 è un divano modulare della serie “Embrace”, nata da un paio d’anni in collaborazione con il trio austriaco EOOs Studio Design: il sofà è composto da dieci moduli diversi da 90 o 120 cm che possono essere posizionati ed assemblati in molteplici configurazioni e, nonostante siano stati progettati per stare insieme, possono fungere da singolo pezzo d’arredo anche separatamente. Possono essere montati con gli appositi braccioli, scegliendo di inserire o meno le tavolette, anche per i poggiapiedi e presto, sarà possibile personalizzarli sia per la seduta che per lo schienale, scegliendo colori e tessuti secondo il proprio gusto.
Carl Hansen & Søn ha presentato anche due modelli di lampade che vanno ad aggiungersi alla proposta d’illuminazione del brand danese: la prima è l’EK61, realizzata in vetro e ideata circa 60 anni fa senza esser mai immessa sul mercato fino ad ora. La scelta del materiale ha reso più complesso il processo di realizzazione della lampada: sono stati impiegati tre diversi stampi per crearne la forma e, solo dopo un delicato processo di soffiatura, si può procedere a staccare lentamente il vetro, evitando che si rompa o deformi. Disponibile in tre diverse misure, la lampada è rivestita da uno strato di carta bianca e decorata con supporti lignei di quercia olio sulla parte inferiore e su quella superiore. La Pencil Lamp, che prende il nome dalla sua forma che ricorda un fiore che sboccia, è l’ultimo pezzo realizzato da Rikke Frost, giovane designer recentemente entrata a far parte del team Carl Hansen & Søn. La lampada è formata da due pezzi, acquistabili separatamente e presenti in diverse varianti: la base è disponibile in quercia olio, quercia con finitura nera e noce olio, il pezzo superiore invece è disponibile in alluminio, bianco e ottone. A seconda dei materiali scelti e di come i due pezzi sono combinati fra loro, la luce assume colorazioni e direzioni differenti.
Punta di diamante della proposta 2021 di Carl Hansen & Søn è il BM0555 Bed, un eleganto letto realizzato sulla base di alcuni schizzi trovati negli archivi di Børge Mogensen, disegnato dal designer molte volte ma mai messo in produzione prima di oggi. Questo prodotto, che rappresenta una “prima volta” per il brand, ha preso forma definitiva grazie alla partnership con Dux, nota azienda svedese che ha realizzato i materassi su misura per il progetto. Il letto è stato pensato in tre diverse dimensioni in larghezza: 90 cm, 160 cm e 180 cm, mentre in lunghezza arriva a 210 cm. Disponibili in diverse colorazioni e tessuti, i cuscini dispongono di rifiniture in pelle coordinate a quelle del materasso. Sempre con la consulenza di Børge Mogensen, è stata realizzata una collezione di tavolini: ad un anno dall’uscita, è stata presentata oggi una versione dimezzata, pensata come un perfetto comodino per il letto.
L’ultima novità ma non meno importante, è la First Masterpieces Collection una nuova gamma di colori in edizione limitata di cinque delle più famose sedie che Wegner creò per Carl Hansen & Son nel 1950. Le nuove colorazioni sono state sviluppate in collaborazione con l’architetto Ilse Crawford ed ispirate ai dipinti del pittore Per Kirkeby: le sedute, presentate nella loro versione classica in occasione della prima esposizione del brand nel 1950, sono state colorate per la prima volta in 5 diverse tonalità, che meglio si adattavano al legno di quercia tra le nove identificate dall’architetto. Il procedimento di colorazione è risultato complesso, in quanto sono stati condotti studi sulla pigmentazione dei colori, affinchè questi rispettassero la l’originale struttura del legno, senza sminuirne le intrinseche irregolarità.
In linea con le stringenti policies green attuate dal brand, sono stati scelti i colori ecologici e a base d’acqua, caratterizzati da una finitura leggermente trasparente che fa risaltare l’originale venatura del legno di rovere ottenendo un effetto cromatico sfumato e strutturato.