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Casa Gainsborough: gli inglesi rispolverano i gioielli di famiglia per risollevare il turismo
I piccoli centri sperduti nelle campagne inglesi cercano di darsi una nuova vita attraverso il recupero del patrimonio artistico-culturale del regno. Succede nel Suffolk, precisamente a Sudbury, là dove una statua che troneggia lungo la breve via principale ricorda che quella è la città che diede i natali a Thomas Gainsborough, l’artista inglese più famoso e amato del XVIII secolo. Dopo un restauro molto partecipato e costato 10 milioni di sterline, la casa in cui nacque e crebbe artisticamente il celebre paesaggista è diventata un museo ed un centro internazionale per l’arte. Si aggrappano alla notorietà ed al lustro deI noto pittore, dunque, le speranze del piccolo borgo ad un’ora e mezza da Londra che oggi confida di recuperare un pò di indotto grazie al richiamo del nome del suo cittadino più illustre. L’investimento. partecipato. la dice lunga sulle aspettative della comunità di Sudbury che grazie al generoso contributo versato dalla lotteria, la National Lottery Heritage Fund, ha potuto assicurarsi 5 dei 10 milioni necessari per recuperare un plesso abitativo originario del 1520 che ancora vede crescere nel suo giardino un gelso di oltre 400 anni.
Accanto ci sono anche le nespole, ma soprattutto c’è un lavoro complessivo di ampliamento improntato sulla sostenibilità garantito dalla collaborazione di tutta la comunità del comprensorio. Si comincia con i mattoni donati dalla generosità degli abitanti del Suffolk, realizzati da manodopera e materiali autoctoni, (il librone dei ringraziamenti cita uno ad uno chi ha posato un red brick, mattone rosso tipico dell’architettura British) e si arriva alle luminose sete verdi che rivestono le pareti di uno dei due lotti aggiunti alla casa georgiana e che sono la testimonianza di come questa sia la zona della Gran Bretagna diventata famosa per la produzione e lavorazione del prezioso tessuto; tutto, a casa Gainsborough, deve concorrere a dimostrare come questa terra manifesti un grande desiderio di riscatto.
A Sudbury si arriva con due treni, il primo parte dal cuore della City, l’altro viaggia su una ferrovia ad un solo binario, dimentica la modernità e si immerge in campagne poco popolate, con piccoli villaggi, le case dai tetti a punta, tanta natura e pecore. Un viaggio indietro nel tempo per un percorso immersivo nei paesaggi che hanno ispirato lo stile di Gainsborough rendendolo unico. La decisione di raccogliere parte della collezione dell’artista nella sua stessa abitazione permette di godere della rappresentazione pittorica comprendendone la genesi. Solo in quella casa, solo affacciandosi a quelle finestre rivolte a nord per cogliere la luce più adatta si può capire l’essenza dei lavori del pittore che vale oro. Basti pensare che un suo quadro, “Il Ragazzo Blu”, nel 1922 venne acquistato da un collezionista americano per la cifra record assoluta di 728.000 dollari. L’opera, una volta trasferita in California, deve poi l’esplosione della sua notorietà anche al fatto che, trovandosi proprio a pochi passi da Hollywoood, è stata immortalata in diverse pellicole di successo. Gli americani se ne sono letteralmente innamorati trasformandola in una icona pop del cinema. Quentin Tarantino ne trasse ispirazione per vestire Jamie Foxx in Django Unchained nel 2012, Jocker la fissa nel film del 2019 così come si può ritrovarla in The Naked Gun del 1988 e Batman nel 1989. Gli inglesi hanno potuto rivederla alla National Gallery quest’anno, dopo un’assenza di 100 anni.
A casa di Gaisborough c’è (quasi) tutto il resto e soprattutto oltre ai suoi quadri, le sue tele, i sacchetti di colore e le sue lettere, ci sono tutti i suoi pensieri ripercorribili attraversando le stanze che lo videro bambino prodigio del tratto gentile e della luce. Esaurite le committenze locali, a 25 anni dovette abbandonare Sudbury per trasferirsi nella più mondana Bath e poi a Londra perché all’epoca i soldi si facevano con i ritratti dei nobili e dei ricchi commercianti e il Suffolk non aveva molto da offrire in questo senso. Tra gli scritti raccolti nel museo è possibile anche stimare il valore del suo lavoro. Un pittore del suo calibro guadagnava bene se capace di intrattenere relazioni mondane con l’aristocrazia vanitosa ed assetata di memorie da appendere alle pareti. Un quadro arrivava a fruttare anche 15 Ghinee che per l’epoca era una cifra di tutto rispetto considerando che la moglie, figlia illegittima del Duca di Beaufort, ne riceveva 200 all’anno come vitalizio. L’operazione recupero della casa museo ha richiesto un’attesa di molti anni; dopo essere stata abitata da privati, il cottage con giardino entra nell’attenzione di una commissione creata ad hoc da politici ed imprenditori della zona che decidono di far fruttare il bene immerso nel suo contesto unico.