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Coin chiede 60 giorni per finalizzare gli accordi con i creditori
Il gruppo Coin ha richiesto al Tribunale di Venezia un termine di 60 giorni per finalizzare gli accordi di ristrutturazione del debito e ottenere l’omologazione necessaria a garantire la continuità aziendale. Con il sostegno di primari investitori, la società punta al rafforzamento patrimoniale e al rilancio del business, assicurando la protezione del patrimonio e dell’attività d’impresa.
Il gruppo Coin, storico nome della grande distribuzione in Italia, si trova in una fase cruciale del proprio percorso di ristrutturazione finanziaria. L’azienda ha reso noto di aver individuato negli accordi di ristrutturazione dei debiti lo strumento idoneo, previsto dalla legge, per affrontare la crisi e costruire un futuro sostenibile. Per questo motivo, ha presentato al Tribunale di Venezia la richiesta di un termine di 60 giorni per definire gli accordi con i creditori e ottenere la relativa omologazione.
La decisione giunge dopo un’intensa fase di negoziazione, durante la quale il gruppo ha lavorato per ottenere l’impegno da parte di investitori strategici, disposti a sostenere il piano di rilancio aziendale. Secondo la nota diffusa dalla società, questi impegni rappresentano un tassello fondamentale per il riequilibrio della situazione finanziaria, ma il loro perfezionamento è strettamente legato alla conclusione del processo di regolazione della crisi.
Coin sottolinea che, per tutta la durata del periodo richiesto, continuerà a operare in piena continuità aziendale, come avvenuto finora durante la fase di composizione negoziata. L’azienda si avvarrà delle misure protettive e cautelari previste dalla normativa, così da garantire la tutela del patrimonio e il proseguimento delle attività senza interruzioni.
Lo scorso 4 febrbaio Coin aveva annunciato l'avvio di un piano di rilancio con l’ingresso di nuovi investitori, continuità del business aziendale e salvaguardia di 1390 posti di lavoro, in occasione del tavolo di crisi tenuto al ministero delle Imprese e del Made in Italy. L’incontro, presieduto dalle strutture tecniche del ministero delle Imprese e del Made in Italy, aveva visto la partecipazione dei rappresentanti della società, delle Regioni dove hanno sede i negozi del Gruppo e delle organizzazioni sindacali nazionali e di categoria. Durante il confronto, i vertici di Coin avevano evidenziato come l’azienda avesse registrato offerte vincolanti per la sottoscrizione di un aumento di capitale per 21,2 milioni di euro da parte di Sagitta SGR e MIA e, in via residuale, dagli attuali azionisti di Coin: Red Navy, Joral Investment Srl e Hi-Dec Edizioni. Questa iniezione di liquidità, aveva sottolineato l'azienda, "permetterà proseguire con il piano di risanamento, incentrato sulla valorizzazione e ottimizzazione dei punti vendita, una revisione del mix merceologico e un miglioramento del servizio tramite un maggior presidio negli store del personale". Coin aveva annunciato anche un piano di riassorbimento, in altri store del Gruppo, dei 92 dipendenti che svolgono attività nei 7 negozi sul territorio italiano che cesseranno le attività come Roma Lunghezza, Roma Bufalotta, San Donà di Piave, Latina, Vicenza, Milano City Life e Sesto Fiorentino.