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Deloitte, 284 le operazioni di M&A nel lusso nel 2021 (sette un più dell'anno precedente)
"Unanime volontà fondi di continare a investire nel settore anche nel 2022"
Il 2021 nel settore del Lusso ha visto un numero di deal in ambito M&A leggermente superiore rispetto all’anno precedente, con il segmento dei Personal Luxury Goods (+22 deal vs 2020) che ha fatto registrare un incremento interessante, specie nella categoria Apparel & Accesories (+23 deal), Cosmetics & Fragrances e Watches & Jewellery; Emerge dal 'Global Fashion & Luxury Private Equity and Investors Survey 2022' di Deloitte, report che analizza trend e operazioni di M&A del mercato del lusso basandosi su dati di mercato e interviste a top manager. In generale, sono state registrate 284 operazioni di M&A nel settore Luxury, con un lieve incremento (+7 operazioni) rispetto all’anno precedente.
Particolarmente attivi si sono dimostrati gli investitori finanziari, che troviamo come bidder nel 58% dei deal e in posizione di seller nel 46% dei casi. I fondi di private equity e venture capital hanno conosciuto l’aumento più marcato in termini di numero di deal rispetto all’anno precedente e si presentano come acquirente coinvolto nel maggior numero di operazioni. In termini geografici la crescita più significativa si è registrata in Nord America (+24 deal), mentre l’area Asia-Pacific ha conosciuto il maggior decremento (-31 deal). Il principale indicatore, però, è rappresentato dal numero record di società che si sono quotate durante l’anno (9).
“Nel 2021 il settore si è ripreso sulla scia delle nuove strategie adottate dalle aziende in ambito di nuove tecnologie e del crescente impegno sui temi di sostenibilità. Nel 2022 il mercato del lusso dovrebbe accelerare ulteriormente con una crescita a due cifre e raggiungere i livelli pre-pandemici.” afferma Elio Milantoni, Partner Deloitte.
La crisi pandemica ha interrotto un solido trend di crescita del settore in termini di fatturato, che nel quinquennio 2015-2019, aveva fatto registrare un CAGR del +3.4% (+6.5% se circoscritto al segmento dei beni di lusso personali). Il 2020, invece, è stato un anno difficile per il settore del lusso, che ha registrato un’inversione di tendenza sui ricavi e un peggioramento dei margini. Rispetto all’anno precedente, le vendite sono diminuite del -10.5%, con alcuni segmenti notevolmente in difficoltà, come il comparto alberghiero (-53.0%) e le crociere (-77.7%). Gli unici settori che hanno registrato una crescita positiva sono stati quelli dell’arredamento (+4.2%) e degli yatch (+3.0%).
L’EBITDA margin di settore è sceso al 15.9% (-1.5 p.p. rispetto al 2019), mentre il segmento dei Personal Luxury Goods, nonostante abbia subito un maggiore ridimensionamento rispetto all’anno prima (-2.8 p.p.), presenta un margine più elevato (22.3%). Particolarmente penalizzati sono stati, ancora una volta, i settori legati al turismo come l’alberghiero e le crociere che, in termini di marginalità, perdono rispettivamente -15.1 e -208.1 p.p.
“Da un punto di vista geografico, l'Asia e gli Stati Uniti stanno trainando la ripresa del mercato con i consumatori cinesi che si confermano come i più attivi nel 2022, grazie a un mercato interno dinamico. Entro il 2025 si prevede che quasi il 50% degli acquisti di lusso sarà effettuato da consumatori cinesi.” commenta Tommaso Nastasi, Partner di Deloitte
Secondo quanto emerso dal sondaggio di Deloitte, il 50% degli investitori, nonostante gli strascichi lasciati dalla pandemia, si dice convinto che si tornerà ai livelli pre-Covid nel giro di un anno, mentre secondo il 21%, il settore è già stato in grado di recuperare a pieno durante il 2021. Resta, però, il pesante impatto che l’emergenza pandemica ha avuto sui segmenti connessi al turismo, come hotel, crociere e ristoranti, che ne subiranno le conseguenze anche nel 2022. Tuttavia, il Covid ha segnato un cambiamento anche nelle strategie di business, come ad esempio la decisione di optare per un canale di vendita e-commerce. Per il 2022 gli investitori sono fiduciosi ed è unanime la volontà dei fondi di investire in asset appartenenti al mondo del Fashion & Luxury, con una particolare predilezione per il segmento Cosmetics & Fragrances (53%).