• Economy
  • Design

Essere green conviene. E non è uno slogan

Trenti (Intesa Sanpaolo), aziende premiate con Ebitda margin superiore

"Essere green conviene". Non è uno slogan, nemmeno un mantra, ma una semplice constatazione: " alle imprese essere green conviene, non solo per un più agile accesso al credito, ma soprattutto per accelerare progetti virtuosi di sostenibilità sociale oltre che ambientale. Questo genera impatti positivi sulla diffusione di nuovi valori culturali oltre che economici, legati al recupero e riutilizzo delle materie, alla gestione efficiente degli scarti, alla circolarità dei cicli". Lo evidenzia Anna Roscio, Executive Director Sales&Marketing Imprese Intesa Sanpaolo, in occasione del  dibattito 'Sostenibilità e circolarità del Sistema Casa' al Salone del Mobile di Milano. "Le imprese che hanno prestato più attenzione alla sostenibilità ambientale, e hanno stanziato maggiori investimenti in questo senso, sono cresciute di più e hanno anche ottenuto un premium price, un Ebitda margin superiore rispetto alle altre" puntualizza Stefania Trenti, responsabile Industry Research Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, evidenziando, in occasione del  dibattito 'Sostenibilità e circolarità del Sistema Casa' al salone del Mobile di Milano, che "in questo momento non si può essere che più attenti al risparmio energetico, visti anche i prezzi raggiunti dall'energia. Noi ci aspettiamo che, anche nell'ipotesi di una 'non-escalation' sul piano del conflitto, comunque i prezzi resteranno elevati. Dunque, serve fare sempre più attenzione all'efficienza energetica, e su questo le imprese del mobile rispetto al resto del manifatturiereo erano un po' indietro. Ora la spinta è talmente ovvia che ci aspettiamo un bazlo in avanti nel corso del 2022, tra impianti di rinnovabili, finanziamenti e strumenti studiati per sostenere questi percorsi virtuosi". Altro tema, anche questo "indotto da maggiori prezzi dell'input, è quello della circolarità e dunque minori sprechi durante il ciclo produttivo e sempre più utilizzo di materie prime-seconde", ragion per cui "ci aspettiamo che questo sia l'anno in cui molte più imprese rispetto al passato possano capire che essere sostenibili conviene" chiosa Trenti.

A guardare i numeri, in effetti, che l'assunto iniziale si fondato risulta evidente. Secondo un'indagine di Intesa Sanpaolo su un campione di oltre 2500 bilanci, nel decennio 2008-2019 le imprese del mobile con una maggiore attenzione alla sostenibilità, testimoniata dall’ottenimento di certificazioni ambientali, hanno creato occupazione (+10,2%) e registrato migliori performance sia in termini di crescita del fatturato (+20,7% in mediana vs -6,9% per le non certificate) sia di Ebitda margin (+0,6% tra il 2008 ed il 2019 vs una riduzione dello 0,7% per le altre).  Anche le filiere di fornitura di prossimità potranno essere funzionali a un miglior presidio degli obiettivi di sostenibilità dell’intera filiera. Le forniture ravvicinate potrebbero, tra l’altro, intensificarsi nei prossimi anni, come reazione alle difficoltà logistiche incontrate durante la fase più critica della pandemia. Secondo l’inchiesta di Intesa Sanpaolo presso i propri gestori, poco meno del 50% dichiara di aver osservato tra le imprese clienti del mobile l’intenzione di avvicinare gli approvvigionamenti a favore di fornitori localizzati o nella stessa regione o comunque in Italia. 

Intanto, lo scenario all'interno del quale si stanno muovendo le imprese è "molto particolare e molto incerto: l'orizzonte di medio e lungo termine - sottolinea trenti - pone delle sfide acuite dal conflitto tra Russia e Ucraina. Stiamo rivendendo le nostre stime di crescita sull'economie mondiali". Se "gli Stati Uniti soffrono per una serie di colli di bottoglia, di mismatching tra domanda e offerta che hanno portato l'inflazione alle stelle e creato una situazione in cui la federal reserve è dovuta intervenire alzando i tassi", anche "la Cina è alle prese con la politica 'zero contagi' che sta portando il pil cinese a un rallentamento molto significativo". Altro discorso "è quello dell'Europa dove la revisione al ribasso è legata allo scenario di guerra che si è creato con l'invasione russa dell'Ucraina. Uno scenario che pone delle sfide molto significative dal punto di vista dei costi: rincari delle commodities, dell'energia che colpisce il settore, anche se probabilmente meno di altri in termini di intensità energetica diretta". Ovviamente, fa notare l'economista, "l'energia che viene consumata dagli impianti di produzione di mobili non è comparabile con quella di un cementifici. Ma va anche detto che non c'è solo un utilizzo diretto, ma anche indiretto. L'impatto della bolletta energetica, per altro, riguarda anche le famiglie e sul mercato interno purtroppo ci aspettiamo in significativo rallentamento della domanda. Vediamo un mercato interno sostanzailmente stabile, sui livelli dello scoso anno. Difficilmente darà le soddisfazioni che ha dato nel 2021". 

In ogni caso le opportunità ci sono e vanno colte. Ma come? Le parole chiave delle imprese del mobile, e non, spiega Trenti, sono in questo momento: "transizione green e digitalizzazione, processi e funzioni di vendita, R&S e formazione del capitale umano. Premianti per la crescita dell’industria del mobile saranno anche gli investimenti in economia circolare, intensificando gli sforzi sul fronte della gestione delle risorse idriche e dei rifiuti e dell’utilizzo di materie prime di riciclo all’interno dei processi produttivi, politiche che già ora sono più diffuse tra le imprese del mobile rispetto alla media manifatturiera (il 32,7% delle imprese del mobile utilizza materie prime seconde contro il 25,4% del manifatturiero)".

Tutti temi che chiedono una risposta, anche considerando che il settore del mobile contribuisce alla formazione del saldo commerciale con l'estero grazie a performance straordinarie. Proprio grazie all’export nel 2021 aveva ottenuto ottimi risultati, con un balzo dell’8,3% rispetto ai livelli 2019, raggiungendo i 10,8 miliardi di euro grazie mercati Usa, Francia, Germania e Cina, contribuendo a generare un saldo di 8,3 miliardi di euro. Le ottime performance all’estero si sono unite al buon dinamismo della domanda interna, in presenza di incentivi e di una maggiore attenzione all’ambiente domestico post-pandemia, portando il fatturato a superare ampiamente i livelli pre-Covid: +15,7% rispetto al 2019, meglio dell’industria manifatturiera italiana (+9,1%) e di alcuni grandi competitor europei del settore, quali Germania (+0,6%), Francia (+1,2%) e Spagna (+1,5%). Anche l’avvio del 2022 si è caratterizzato per un andamento altrettanto brillante che ha visto la crescita nel primo trimestre sia del fatturato +13,9%, sia delle esportazioni +20,7%.

Banner-Adv
Banner-Adv