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Ferragamo brilla a Piazza Affari dopo i conti, la Cina incoraggia
le Divelec, ora customer engagement e semplificazione processi
Brilla Salvatore Ferragamo a Piazza Affari all’indomani della presentazione dei conti del terzo trimestre dell’anno. Il titolo chiude con un rialzo del 4,38%, il migliore tra le società quotate del lusso in Italia. Se, complessivamente, i nove mesi del 2020 mostrano una perdita di 96 milioni di euro e una contrazione del giro d’affari del 38,5% a 611 milioni di euro, l’ultimo trimestre ha dato segnali di ripresa, con ricavi in calo più contenuto (-18,9%). E questo grazie al mercato del Far East, in particolare Cina, Taiwan e Corea del Sud. Nessun aggiornamento della guidance, ma vengono confermati gli obiettivi di medio lungo termine da parte dei vertici. "Dal mese di luglio abbiamo potuto verificare un progressivo recupero in tutti i mercati con l’eccezione dell’Europa, che rimane fortemente impattata dalla carenza di traffico turistico che per il nostro marchio in particolare, ma in generale per il settore lusso, è rilevante. La mancanza dei consumatori cinesi si è fatta sentire anche nel terzo trimestre" chiarisce l’amministratore delegato Micaela le Divelec, in conference call con gli analisti e ribadendo l’analisi intervenendo al Fashion Summit organizzato da Pambianco e PwC. Analizzando l’andamento dei nove mesi, il primo e il secondo quarter "sono stati impattati in modo pesante dalla pandemia e dalla chiusura in tutte le regioni del mondo. Inoltre, la perdita di fatturato che abbiamo avuto è stata anche superiore a quella della media dei concorrenti" rileva l’ad. Nel terzo trimestre "abbiamo però visto una fase di recupero che ci ha portato a chiudere il periodo con una contrazione del giro d’affari che, a valuta costante, è stata contenuta intorno a -20%. Stavamo lavorando per il quarto trimestre quando sono intervenute le restrizioni da parte di alcuni governi". La maison è dunque al lavoro per impostare un percorso che le consenta di affrontare anche questa fase, considerato che in Europa la maggior parte dei negozi sono chiusi in questo momento. Intanto però c’è ancora il mercato asiatico a controbilanciare le difficoltà. "Stiamo rilevando un performance incoraggiante sul mercato cinese, della Cina continentale, ma anche in mercati meno impattati da traffici turistici. Le indicazioni ci arrivano principalmente dai nostri negozi diretti" fa sapere le Divelec. In Cina si è verificato "un rimpatrio dei consumi, tanto che il terzo trimestre ha recuperato e più che compensato tutto il gap del primo semestre ed tornata positiva” sottolinea. Bene Taiwan, “che è un mercato che ha gestito la pandemia in maniera esemplare e che è concentrato su clientele locali dove i consumi tra l’altro si stanno, e questo è particolarmente interessante, indirizzando su prodotti di fascia di prezzo mediamente più alta rispetto al resto dei mercati asiatici”. La Corea del Sud ha una caratterizzazione molto particolare, legata al mercato dei duty free coreani che sono destinazione prediletta delle clientele cinesi. Qui si rileva ancora adesso una carenza di flussi tra Cina e Corea, mentre il canale diretto, che è concentrato prevalentemente sulla clientela locale, ha dato anche nei primi nove mesi discrete soddisfazioni e mostrato una crescita rispetto all’anno precedente".
Al 30 settembre 2020 la rete distributiva del gruppo, composta da un totale di 646 negozi, poteva contare su 393 punti vendita diretti e 253 punti vendita monomarca operati da terzi nel canale wholesale e travel retail, nonché sulla presenza nei principali department stores e specialty stores multimarca di alto livello. Il canale distributivo retail ha registrato, nei nove mesi ricavi in calo del 35,3%. Il canale wholesale ha riportato una contrazione dei ricavi in calo del 44,5%, "soprattutto in conseguenza del rallentamento subito dal canale travel retail e dai profumi". L’area Asia Pacifico ha raggiunto oltre il 42% dei ricavi totali, in calo del 30,6%, rispetto ai primi nove mesi 2019. Il mercato giapponese nei primi nove mesi ha riportato una diminuzione dei ricavi del 30,9%. L’intero continente asiatico rappresenta attualmente oltre il 52% delle vendite totali. L’area Emea ha registrato un calo dei ricavi del 45%. Contrazione del 45,1% per il Nord America e 47,5% per il centro e Sud America.
E ora, spiega il numero uno di Ferragamo, "il lavoro da parte dei team continua supportando iniziative a sostegno della top line, cercando di contenere gli impatti di un traffico che purtroppo non è ai livelli del 2019, e allo stesso tempo con iniziative di semplificazione, sia dei processi, sia delle strutture organizzative per cercare di lavorare su recuperi di efficienza che speriamo possano portare buoni risultati quando rientreremo in una situazione di normalità”. Con i negozi chiusi l’attività si concentra in particolare sul customer engagement: “il personale fa leva sugli strumenti digitali messi a disposizione dall’azienda. Sulle relazioni interpersonali, che nel lusso saranno sempre di particolare importanza e che aiutano ad arrivare alla conversione e a mantenere alto l’ingaggio con i clienti”. Intanto, per Natale, Salvatore Ferragamo sta organizzando servizi speciali per i clienti che, accedendo a liste di prodotti, “avranno la possibilità di acquistare i regali per le loro persone più care così i senza spostarsi da casa”.