• Fashion

Gabrielle Chanel. Fashion Manifesto al V&A di Londra da settembre

(Nella foto di copertina: Gabrielle Chanel, 31 rue Cambon, Paris, 1937. Photo by Roger Schall)

Chiunque indossi un capo o un accessorio che porta il nome di Chanel dovrebbe essere consapevole del fatto che là sopra non c’è solo un marchio della moda e dello stile, ma la storia di una grande imprenditrice e di una personalità che ha saputo destrutturare l’immagine della donna per ricucirle addosso la libertà di essere libera da costrizioni. Culturali ed ornamentali. Una rivoluzione, quella che Gabrielle Coco Chanel ha trasferito sui suoi modelli, che ancora incanta e ispira, raccontando come le donne possano essere eleganti anche senza esagerare, preservando una morbidezza casual  e chic che ha permesso al suo stile di non tramontare mai. Ecco perché quando si parla di Chanel non si parla solo di fashion, ma di cultura e di rivoluzione dei canoni estetici.

Dalla prima boutique aperta a Parigi nel 1910, ai modelli del 1924 per il balletto russo, a quelli per le star di Hollywood come Lauren Bacall e Marlene Dietrich, fino a quando ha sdoganato i pantaloni in un innovativo ensemble da sera, nell’ultima collezione del 1971, Gabrielle Chanel è riuscita sempre a reinterpretare e cambiare le regole. Il suo stile è stato una costante evoluzione, eternamente al passo con le rinnovate esigenze di vita delle donne, lungo più di sessant’anni di storia e di carriera. 200 modelli, mai visti tutti insieme finora, saranno esposti al Victoria & Albert Museum di Londra a partire dal prossimo settembre.

 

(Nella foto sopra: Victoria and Albert Museum, London)

Gabrielle Chanel. Fashion Manifesto è la più grande mostra che le sia stata dedicata, oggi possibile grazie a Palais Galliera, al Museo della Città di Parigi e, va aggiunto, ai prestiti offerti da donne che l’hanno amata e indossata.  Come ricordano i curatori de V&A, Chanel lavorava e disegnava principalmente per se stessa, mentre il mondo le scorreva intorno in anni turbolenti che sono stati raccolti e codificati in dieci diversi capitoli.

La storia, i suoi amori la portarono dalla Francia all’Inghilterra e poi a Parigi e Biarritz armando la sua fantasia, il suo gusto e le sue mani. Grazie al suo istinto nel sapere leggere il presente per anticiparne la direzione futura, Chanel è diventata l’unica stilista in grado di vestire la donna moderna, assecondandola e accompagnandola verso la liberazione da bustini, stecche e dalle aspettative degli altri. Dalla famiglia alla società,; lei ha sempre scelto la libertà sulla tradizione. In un’epoca di grandi cambiamenti, ha riscritto le regole interpretando il movimento come metodo. Da qui la necessità di usare tessuti nuovi, quelli normalmente messi addosso a chi aveva un ruolo vivo e attivo nel mondo,  relegando le donne a forme e strutture immobili. Pragmaticità ed eleganza le sue chiavi per superare lo storico dilemma di quale donna essere. Grazie a Chanel si può essere tutto. Lei per prima ha tratto ispirazione dalla frugalità dello stile delle campagne inglesi vissute insieme al suo amante, il duca di Westminster, al quale rubava stoffe ed abiti da pesca e da cavallo.

(nella foto sopra: Marilyn Monroe applying Chanel N°5, photograph by Ed Feingersh, 1955, New York. © Ed FeingershMichael Ochs ArchivesGetty Images)

Quei tweed poi si sono mescolati con la raffinatezza francese, hanno originato il suo classico tailleur con gonna squadrata che, nel 1964, Vogue definì ‘la più bella uniforme del mondo’. Dalla liaison vissuta in Inghilterra, ancora una volta, il suo percorso personale si è intersecato con quello di un’Europa flagellata della Seconda Guerra Mondiale. Lei, però, grazie ad una controversa storia d’amore con un agente della Gestapo, poté vivere e creare liberamente alloggiando in una stanza del Ritz e guardando il conflitto fuori dalla finestra.  La mostra, sviluppata in un lungo percorso temporale, racconterà anche come abbia saputo esplorare il mondo degli accessori attraverso una diversa angolazione; svestendo il profumo dai classici richiami floreali inseriti in bottiglie artistiche, per mettere il suo Numero 5 in una confezione semplice, minimalista e assolutamente moderna. Quel numero non è l’unico codice scritto nella sua storia di successo. 2.55, da sempre, è il numero della borsa per eccellenza. Un pezzo che le più fortunate hanno ritrovato nell’armadio delle nonne, sempre uguale a se stessa, intramontabile, adatta ad ogni epoca, ad ogni stile, ad ogni donna.

Ecco, chiunque abbia avuto la fortuna di trovarsela tra i cimeli di famiglia o se la sia conquistata  altrimenti, quando la indosserà, dovrà sapere che sulle spalle, avrà appoggiato un modo di essere, una storia, una rivoluzione culturale; non solo una ambita ‘borsetta da instagrammare’.

Banner-Adv
Banner-Adv