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Gam, "Inflazione, guerra e Cina spingono mercati finanziari a rivedere i minimi" / PAROLA AL MERCATO
I mercati finanziari rivedono i minimi dell'anno spinti dalle preoccupazioni relative a inflazione, guerra in ucraina e lockdown in Cina. Oltre alla politica monetaria restrittiva che inizia ad essere adottata dalle banche centrali. La Fed giusto due giorni fa ha alzato di 50bp il costo del denaro. Si attendono nuovi rialzi anche il il governatore Jerome Powell sarebbe intenzionati a mantenerli nell'0ordine di 50 punti base e non passare a un rialzo di 75. Chiaramente tutto dipenderà anche dalle questioni di cui sopra. Massimo De Palma, Head of Multi Asset Team di GAM (Italia) Sgr, nota come "la forte preoccupazione che la politica monetaria restrittiva delle Banche Centrali, utile a combattere l’inflazione, possa contribuire al rallentamento economico ha fatto sì che gli indicatori di sentiment evidenziassero un estremo pessimismo sull’evoluzione dei mercati finanziari".
A ciò si è aggiunto che l'Ism manifatturiero americano di aprile, pubblicato lunedì scorso, che "ha deluso, confermando le apprensioni, ma a destare maggiori preoccupazioni è il dato sui nuovi ordini, poiché segnala come il deterioramento possa proseguire nei prossimi mesi".
Informazioni "interessanti" arrivano dalla campagna delle trimestrali "anche a livello macro" evidenzia De Palma: nel primo trimestre dell’anno il tasso di crescita degli utili su base annua delle aziende dello S&P 500 è del 7,1%, inferiore al tasso medio a 10 anni che è dell’8,8%. Il dato più basso può essere in parte attribuito alla difficile situazione macroeconomica, ma soprattutto al confronto con il primo trimestre del 2021 che aveva segnato un risultato molto elevato e soprattutto anomalo, a seguito della fine dei lockdown. Inoltre, il risultato di Amazon che ha riportato il 28 aprile, deludendo le aspettative con una perdita per azione di 7,56$, ha un impatto notevole sul dato finale". Escludendo Amazon, "la crescita degli utili per lo S&P 500 passerebbe dal 7,1% al 10,1%".
"Se allarghiamo l’analisi e passiamo ad osservare le valutazioni azionarie americane ed europee a livello settoriale, possiamo constatare - rileva il gestore - una notevole divergenza presente sul mercato. In entrambe le regioni i titoli energetici risultano decisamente sottovalutati rispetto alla loro media storica". Negli Stati Uniti "i materials sono ancora a buon mercato e i semiconduttori sono vicini alla mediana. In Europa ci sono molte più opportunità, scontiamo le notizie negative sulla guerra e la vicinanza al conflitto ci rende più vulnerabili sulle prospettive di crescita economica. Risultano essere ancora molto interessanti le banche e il settore automobilistico che oggi prezza soltanto 5,7 volte gli utili attesi. Sono particolarmente cari invece i settori più difensivi, quelli che proteggono nelle fasi di incertezza come quella che stiamo attraversando, quindi i consumer staples, il food and beverage e le utilities. Valutazioni storicamente così elevate potrebbero però nel prossimo futuro riservare sorprese negative e pertanto molti di questi titoli rientrare dagli eccessi odierni" conclude De Palma.