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Guido Maria Brera, "finita globalizzazione e turbocapitalismo. Ora nuova rivoluzione: il ritorno dello Stato e degli investimenti pubblici"

“È finita l’era della globalizzazione sfrenata, del turbocapitalismo, e sta per iniziare una nuova epoca, che sarà segnata dal ritorno dello Stato, degli investimenti pubblici, in un contesto di mercato caratterizzato dal rialzo dei tassi d’interesse e dall’inflazione". Guido Maria Brera, direttore investimenti di Kairos, interviene al Salone del Risparmio, evidenzia che "la pandemia ha bloccato la catena di montaggio globale, la globalizzazione si è rivelata iniqua e molto cara, non solo in termini economici, ma soprattutto in riferimento al cambiamento climatico. Negli ultimi anni siamo stati inondati da eventi in 'slow motion', la pandemia, la guerra e soprattutto il cambiamento climatico che ha un impatto diretto sull’andamento dell’economia. Basti pensare che a tre gradi di surriscaldamento a livello globale equivalgono alla perdita di 9 punti percentuali di Pil".

La mano "invisibile" del libero mercato "si è rivelata una trappola. Se da un lato si è cercato di migliorare i profitti e la produttività, dall’altro si è scoperto che esistono delle esternalità molto negative sulle quali non si può transigere. Ecco perché tutto sta cambiando". Ed è necessario cogliere rapidamente le trasformazioni in corso, come la transizione ecologica che "si realizzerà - secondo Brera - tramite la tecnologia e la digitalizzazione, per questa ragione alcuni dei nostri fondi tematici investono in questi settori".

Insomma, è arrivato il tempo di "una nuova rivoluzione" sostiene citando Larry Summers, economista e già direttore di Harvard: "tornare a fare investimenti pubblici e sforare il deficit, per migliorare il rapporto debito pubblico/Pil". In questo senso, "l’Italia beneficerà moltissimo della nuova globalizzazione che si sta delineando, perché torna ad essere centrale nel nuovo assetto globale". Infine, assicura, "nonostante le difficoltà di questa fase, restiamo ottimisti perché i tassi smetteranno di salire, l’inflazione in Usa raggiungerà presto il plateau, permettendo agli investimenti legati alla crescita di trovare un equilibrio. Crediamo che oggi sia necessario avere la forza di investire e guardare con un approccio di lungo termine a fenomeni che nel breve risultano preoccupanti, come l’inflazione, la quale oggi implica un rialzo dello spread, ma un mondo con più inflazione tende ad erodere il debito e per un Paese come l’Italia può significare una riduzione del debito pubblico di circa il 7% l’anno”.

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