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Harry Handelsman, l'uomo che ha restituito a Londra il lussuoso St Pancras Renaissance Hotel

Negli anni ’90 Londra aveva una faccia completamente diversa e proprio in quegli anni, Harry Handelsman era da poco arrivato in città, pieno di ambizioni e con grandi occasioni da sfruttare. Tedesco, classe 1949, figlio di un importante finanziere di origine polacca, fondatore e CEO della Manhattan Loft Corporation, oggi è diventato uno dei più potenti property developer della capitale inglese. La sua più grande scommessa? Il gotico St Pancras Renaissance Hotel, che, fondato nel 1873, ora celebra i primi dieci anni dalla sua riapertura. 

Ma come è iniziato tutto?

“Tutto cominciò da Cleckenwell, un quartiere che trent’anni fa era ancora abbastanza marginale a Londra, ma già aveva una certa vivacità ed anche una popolosa comunità italiana” (oggi Little Italy ndr), ricorda Handelsman, che ci riceve nella Royal Suite del suo fastoso hotel che, tanto per dirne una, è stato il set di un popolare video delle Spice Girls. “Però mancava qualcosa, - continua il ricordo - a Cleckenwell serviva un luogo che potesse rappresentare un centro di aggregazione dove incontrarsi e creare un vero motivo per viverci”. Così, nel 1992, sfogliando un catalogo di aste, venne colpito da una proprietà in Summer Street giudicata ideale per creare dei loft, il suo business. 435mila Sterline di investimento iniziale per acquisire le stamperie anni ’30 di Summer Street rappresentavano il 20% di quanto la struttura era stata valutata solo tre anni prima: un affare. Lì, Handelsman realizzò 23 appartamenti, tutti velocemente venduti per cifre che, all’epoca, andavano dalle 75mila alle 245mila Sterline. E’ questo l’inizio della storia che, attraverso la realizzazione di diverse opere, lo ha portato verso il suo più grande investimento e la più ardita scommessa. 

“Rigenerare” è la parola chiave che da sempre ispira e motiva l’attività di Handelsman. “Io penso che nelle nostre città ci siano troppi luoghi abbandonati che hanno solo bisogno di tornare a nuova vita”.  Parlando così, l’imprenditore è consapevole di contraddire lo spirito dei costruttori, che comunque rappresentano la sua categoria, ma questa è la sua stella polare. “Pianificare consumo urbano non ha senso - chiarisce - anche se capisco la logica commerciale. Il mio obiettivo è la rivitalizzazione”, così come investire su luoghi ed edifici ai quali nessuno avrebbe mai pensato. “Certo - ammette - ci vuole uno sforzo maggiore per creare qualcosa di speciale, ma io ho sempre voluto che quel che costruisco e ristrutturo fosse unico e bello. Non sono ingenuo, ma sono orgoglioso di quel che faccio”.

Ecco come è cominciata la storia del St Pancras Renaissance Hotel, una struttura faraonica, il progetto di rigenerazione più ambizioso della storia recente di Londra, che solo grazie all’intraprendenza, o alla follia, di Handelsman, oggi è tornato a nuova vita. 245 camere e 67 appartamenti per un albergo di lusso che, dopo un lungo abbandono, era destinato alla demolizione. Nel 2004, l’imprenditore tedesco era stato chiamato dalla società proprietaria delle ferrovie del tunnel del Canale della Manica, la London & Continental Railways, per realizzare gli appartenenti dell’ultimo piano, ma quando nel 2006, i partner di Whitbread plc lasciarono, il suo coinvolgimento diventò totale e l’esposizione economica personale, importante. Su un budget di circa 200 milioni di Sterline, si parlava di decine di milioni. “Ho passato delle notti insonni” confessa, ma questa è la sua cifra. In quella sfida, le condizioni per accendere la sua passione c’erano tutte e spinta determinante la diede lo scoprire che, nel 2007, la stazione internazionale dell’Eurostar che connette Londra con Parigi non sarebbe  stata Waterloo ma St Pancras, appunto. Da quel momento tutto sarebbe cambiato per quell’area della città, all’epoca marginale. Progressivamente, infatti, partì una trasformazione che la rese un distretto industriale vibrante, Google e Facebook avevano trasferito lì il loro quartier generali e quell’hotel, con i suoi loft e le sue lussuose stanze, era il posto giusto nel momento giusto per esplodere. Nel 2009, i 67 appartamenti erano stati tutti venduti per cifre che andavano dai 650mila di Sterline in su e dopo dieci anni di lavori, la struttura venne inaugurata nel 2011. “La mia scelta è sempre stata quella di fare qualcosa che mi appassionasse - sorride - certo i soldi sono importanti, ma la passione per quello che fai vale molto di più ed è quello che mi fa svegliare la mattina e mi fa andare a lavorare”. 

Celebrities, importanti uomini d’affari e milionari europei sono i clienti che frequentano l’Hotel accanto alla stazione di King’s Cross, ospiti con cui Handelsman si intrattiene, così come fa con assoluta disponibilità con chi lo avvicina, con una calma quasi placida. La qualità della vita e delle relazioni sono l’ispirazione per le sue scommesse imprenditoriali, sempre ardite. Handelsman, infatti, non si è mai fermato e proprio due anni fa è arrivata anche la decisione di ristrutturare e trasformare il vecchio Booking Office, al piano terra, in un ristorante. 

Poi però è arrivato anche il Covid. 

Le scommesse, si sa, hanno sempre un fattore di rischio imprevedibile, ma Handelsman oggi, dopo lo stop forzato, si gode l’effetto un pò retrò creato in una ex biglietteria che ancora preserva lo stile con cui Sir George Gilbert Scott la creò, nel 1869. “È risaputo che quell’edificio è uno dei più belli se non il più bello che esista in Gran Bretagna ed è chiaro che io ci ho rimesso un sacco di soldi - ammette - ma il mio obiettivo era fare qualcosa di meravigliosamente bello e accessibile per tutti” racconta prima di congedarci. “Londra è un catalizzatore universale - chiosa - io amo Berlino, amo New York, ma Londra è un mondo intero; un posto di successo che ha saputo  sempre reinventarsi. Tutti quelli che vogliono vedere il mondo basta che vengano qui”.

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