- Economy
Impatto su economia da Coronavirus peggiore della Sars
L'ufficio studi di Intesa Sanpaolo rivede al ribasso stime Pil Cina, da 5,8 a 5,4% nel 2020
Il Nuovo Coronavirus potrebbe avere un impatto sull'economia superiore a quello che ebbe la Sars tra la fine del 2002 e la prima metà del 2003: pur essendo meno pericoloso (il tasso di mortalità tra i contagiati oggi è del 2,2% circa rispetto al 6,5% della Sars al picco), risulta assolutamente più contagioso, si diffonde cioè più velocemente. La diretta e immediata conseguenza è una frenata temporanea dei consumi privati e degli investimenti, ma anche dell’attività manifatturiera e dei servizi dal lato dell’offerta. In questa circostanza sono state per altro messe in campo misure, come la restrizione alla mobilità e il blocco della produzione in diversi distretti industriali, che non erano state adottate prima. A tracciare lo scenario la Direzione Studi e Ricerche di IntesaSanpaolo che, ipotizzando conseguenze confinate perlopiù nel primo trimestre, rivede al ribasso le previsioni di crescita del Pil da un precedente 5,8% a 5,4% nel 2020. In uno scenario più pessimista, e dunque in uno in cui il numero dei contagiati dovesse continuare a salire e le misure di prevenzione si prolungassero al secondo trimestre, la crescita potrebbe rallentare fino al 4,9%.
PESANO RESTRIZIONI A MOBILITA' E BLOCCO ATTIVITA' INDUSTRIALE
La stima di IntesaSanpaolo rispetto ai consumi privati è più negativa rispetto a quanto accadde con la Sars. Allora ci fu un rallentamento, ma non un calo. Oggi, con il Coronavirus, le conseguenze potrebbero essere più gravi: innanzitutto sono state decise restrizioni massicce per spostamenti e viaggi; inoltre, la produzione industriale è stata bloccata in molti importanti distretti. Cosa che allora non accadde. "La città di Wuhan - sottolinea l'analista Silvia Guizzo che ha redatto il report - è di fatto isolata dal 23 gennaio. Successivamente hanno scelto di fare altrettanto 15 città dell’Hubei. Inoltre, altre città della Cina hanno emanato misure di restrizione ai viaggi e ai trasporti non essenziali (recentemente Wenzhou, un importante centro commerciale e logistico con una popolazione di ca. 9 milioni di abitanti). Le Autorità hanno deciso di prolungare le vacanze di Capodanno fino al 2 febbraio (dal 30 gennaio) e in alcune province e città (Shanghai, Shuzhou) fino al 9 febbraio; per le attività non essenziali, in qualche provincia anche oltre (Hubei fino al 13 febbraio, Guangdong). Le restrizioni alla mobilità coinvolgono milioni di abitanti in zone urbane altamente popolate (si stima più di 50 milioni di abitanti) e lo stop temporaneo alla produzione annunciato in diverse aziende manifatturiere (tra cui Honda, Ford, Toyota e successivamente Tesla e Foxconn) coinvolge aree ad alta intensità produttiva nell’Hubei e nelle provincie limitrofe, che sono quelle in cui è più alto il numero dei contagi".
INVESTIMENTI FISSI MENO IMPATTATI, MA RIPRESA PIU' LENTA
Va detto che gennaio e febbraio non sono mesi frenetici per l’attività economica in Cina: gli investimenti fissi dovrebbero quindi risentire meno dell’impatto del virus rispetto ai consumi, a meno di un crollo della fiducia, anche a livello internazionale. Tuttavia, rispetto agli investimenti, l'ipotesi dell'istituto di ricerca è di una ripresa più lenta rispetto a quella dei consumi, perchè già stavano vivendo una fase di rallentamento che era attesa continuare anche prima dello scoppio dell’epidemia, guidata dalla decelerazione del credito e dalle misure anti-speculative mantenute in piedi da diverse provincie nel mercato immobiliare. Inoltre, l’avvio dei progetti infrastrutturali che doveva essere supportato a inizio anno dal front-loading delle emissioni di titoli speciali dei governi locali, potrebbe slittare di qualche mese.
RISCHI A RIBASSO NON SOLO PER CINA
I rischi al ribasso non riguardano però solo la Cina: il grado di integrazione economica e finanziaria tra i paesi è oggi più elevato rispetto al passato dato l’aumento del commercio dei beni intermedi, l’integrazione delle catene produttive globali, concentrate soprattutto in Asia, e la maggiore apertura dei mercati dei capitali. A questo si aggiunge l’effetto di calo della fiducia di consumatori e investitori e il riflesso che esso sta avendo sui mercati finanziari, che potrebbe essere più duraturo a seconda dell’evoluzione della pandemia. A livello settoriale, gli impatti più significativi potrebbero riguardare il turismo, ma soprattutto il commercio al dettaglio e immobiliare, i cui pesi sul Pil sono tra i più elevati (9,7% e 7% rispettivamente) e in aumento rispetto al 2003 (8,1% e 4,5%), seguiti dal settore dei trasporti (4,3%).
ONLINE PER MITIGARE EFFETTO SU COMMERCIO
A mitigare gli effetti negativi sul settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio potrebbero essere le vendite on-line, sia di beni sia di servizi. Queste ultime, inesistenti nel 2003, hanno raggiunto circa 10,5 trilioni di CNY nel 2019 (1,5 trilioni di dollari). Le vendite di soli beni, pari a 1,2 trilioni di dollari, sono state pari all’8,6% del Pil nel 2019 e al 21% delle vendite al dettaglio.
STIMOLO FISCALE E ALLENTAMENTO MONETARIO
Un conseguente aumento dei licenziamenti potrebbe alimentare disordini sociali con un mercato del lavoro che già in precedenza mostrava segnali di deterioramento. Lo stesso presidente Xi Jinping, in una delle due riunioni straordinarie del comitato direttivo del Politburo tra fine gennaio e inizio febbraio, ha sottolineato i rischi per la stabilità sociale che il virus potrebbe avere, definendolo un test per il sistema e la capacità di governance della Cina. La valutazione di IntesaSapaolo è che le Autorità siano orientate a varare un mirato stimolo fiscale in aggiunta a un moderato allentamento monetario. Il target di crescita, già atteso intorno al 6% per il 2020 rispetto all’intervallo 6.0-6,5% del 2019, potrebbe in ogni caso essere rivisto ulteriormente al ribasso quando verrà ufficialmente presentato alla riunione plenaria annuale del Parlamento, attesa verosimilmente dal 5 marzo.