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Inflazione +1,3% a maggio, ma è la sola energia a crescere
Confcommercio, "positiva assenza tensioni inflazionistiche di base, ma se accelerazione potenziali effetti depressivi"
Cresce l'inflazione a maggio, ma a ben guardare è la sola componente energia ad aumentare. Al netto di questa voce, infatti, che comprende benzina, gasolio e altri beni energetici, si assiste comunque a un calo - dello 0,8%- su base annua.
Istat riferisce oggi che a maggio l'inflazione cresce per il quinto mese consecutivo attestandosi all'1,3% (dall'1,1% di aprile). L’accelerazione tendenziale dell’inflazione si deve essenzialmente ai prezzi dei beni energetici, la cui crescita passa da +9,8% di aprile a +13,8% a causa dei prezzi della componente non regolamentata (che accelerano da +6,6% a +12,6%) mentre quelli della componente regolamentata continuano a registrare un forte incremento ma stabile (+16,8% come ad aprile). Tale dinamica è compensata in misura limitata dall’inversione di tendenza dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +0,7% a -0,1%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile a +0,3% e quella al netto dei soli beni energetici decelera e si porta a +0,2% (da +0,3% di aprile).
"Dopo cinque mesi l’inflazione torna a mostrare una variazione nulla in termini congiunturali, limitando i rischi di una repentina e sensibile accelerazione delle dinamiche" commenta l'Ufficio studi di Confcommercio. "L’ulteriore crescita su base annua riflette essenzialmente gli effetti dell’accelerazione registrata negli ultimi mesi dagli energetici, solo in parte controbilanciata dall’evoluzione dei prezzi dei servizi per il tempo libero (ricreativi e turistici), che scontano ancora un vuoto di domanda. Il ruolo degli energetici nel determinare le dinamiche inflazionistiche è ben rappresentato dal divario sempre più ampio tra inflazione complessiva e quella rilevata per la componente di fondo, che rimane stabile allo 0,3% nel confronto annuo e segnala una dinamica negativa in termini congiunturali. Ed è proprio l’assenza di tensioni inflazionistiche di base all’interno del sistema a rappresentare uno degli elementi più positivi, soprattutto per il mantenimento di politiche monetarie espansive. Tuttavia, non vanno trascurati i potenziali effetti depressivi sul potere d’acquisto, derivanti dall’importazione di forti impulsi inflazionistici".