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Kering prosegue il rally, +2,07% a Parigi. Colosso nel mirino di Bluebell
Rimbalzano anche in chiusura di giovedì le azioni di Kering dopo l'annuncio della rivoluzione ai vertici del colosso del lusso francese. Il titolo chiude con un rialzo del 2,07% a 541,4 euro, dopo avere, il giorno precedente, terminato gli scambi con un progresso del 7,37%. Ben accolta dunque la decisione di Francois-Henry Pinault di tracciare una nuova traiettoria per il futuro, che ha risentito dell'andamento dei ricavi e dell'utile di Gucci, che rappresentano del resto la metà di quelli dell'intero gruppo, che hanno registrato una crescita inferiore a quella dei brand concorrenti. Il colosso ha confermato la partenza dell'amministratore delegato di Gucci Marco Bizzarri, che verrà temporaneamente sostituito da Jean-Francois Palus. Jean-Marc Duplaix e Francesca Bellettini (presidente e ceo di Yves Saint Laurent) sono i nuovi deputy ceo. Per Paola carboni di Equita Sim, "il cambio di ceo probabilmente prolungherà ulteriormente l'attuale fase di transizione del marchio, ma allo stesso tempo dimostra l'impegno del gruppo per uno sforzo di rilancio più deciso ed efficace, aumentando la presa sul marchio attraverso la supervisione di Jean-Francois Palus, per oltre 20 anni braccio destro dello stesso Pinault, ceo e presidente del gruppo". Inoltre, ricorda Equita, "secondo quanto riportato da BBG, il fondo attivista Bluebell avrebbe preso di mira Kering per spingere verso cambiamenti organizzativi e potenziali deals. In particolare, secondo la stessa fonte, Bluebell suggerirebbe un merger di Kering con Richemont. Lo stesso fondo Bluebell l`anno scorso aveva attaccato il gruppo Richemont in vista di un miglioramento della governance e della rappresentazione delle minoranze". In questo senso, "vediamo piuttosto difficile che un fondo possa forzare in qualsiasi modo il gruppo Kering, dato che l`azionista di maggioranza Pinault controlla il 42% del capitale e il 59% dei diritti di voto. Peraltro rumours su un possibile deal con Richemont erano già circolati in passato; l`azionista di maggioranza di Richemont, Rupert (che controlla 10% del capitale e il 51% dei diritti di voto) aveva anche confermato di aver ricevuto proposte dai bankers per un deal con Kering ma di aver negato il proprio interesse. L`integrazione avrebbe senso dal punto di vista strategico, data la complementarietà di business (Kering principalmente soft luxury, Richemont principalmente hard luxury). I due azionisti di maggioranza si conoscono molto bene: i due gruppi collaborano nell`eyewear (Richemont ha anche una quota di minoranza in Kering Eyewear) ed entrambi (Richemont e Pinault) hanno investito in Farfetch. Il merger aumenterebbe sensibilmente la scala del business, con ricadute positive per esempio in termini negoziali nel real estate e sinergie sulle funzioni corporate. Nel breve vediamo comunque anche un ostacolo in termini valutativi dato il gap valutativo tra Kering (14x P/E24) e Richemont (17.5x P/E24)".