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L'imprenditrice Elisabetta Dotto a Governo: finanziamenti a fondo perduto per sostenere turismo o si chiude
Modello Zaia vincente, grande fiducia in presidente Regione Veneto
Finanziamenti a fondo perduto alla filiera del turismo, defiscalizzazione delle nuove assunzioni ma, soprattutto, luce verde alla riapertura degli alberghi non appena le condizioni lo dovessero consentire in totale sicurezza. E un modello di turismo sostenibile che non può -giocoforza- essere più rimandato. Elisabetta Dotto, imprenditrice veneta, alla guida di due boutique hotel a Venezia e Cortina d’Ampezzo, dichiara fiducia piena nell'operato del governatore Luca Zaia e racconta la situazione che si trova a gestire ai tempi del Coronavirus. Indica in particolare alcune misure che giudica condicio sine qua non per evitare il peggio. "Risiedo a Treviso, ma usufruisco del permesso per lavoro indifferibile e, meno che posso ma per quello che serve, mi reco in albergo a Cortina e dopo Pasqua sarò a Venezia" spiega. E proprio qui, tra canali più limpidi che mai, l'Excess Venice - Boutique Hotel & Private Spa è "pronto a riaprire, "per garantire un servizio alla città e dare un segnale del fatto che pur nella consapevolezza che il turismo internazionale stenterà a tornare, noi ci siamo".
Per Dotto è "molto importante, qualora si possa, aprire non appena è possibile. Non aprire e richiudere, e dunque aprire con i rischi, ma 'appena si può', a costo di assorbire delle perdite, a costo di stare con solamente due camere prenotate". D'altro canto, osserva l'imprenditrice, quando la situazione inizierà a normalizzarsi, "ci sarà molta istintualità: sono sicura che chi se la sentirà, prenderà la macchina e verrà a fare un week end o a prendere una boccata d'aria in montagna. Confido molto nella reazione delle persone. Ci sarà chi viene a fare una passeggiata a Cortina o tra i canali di Venezia. Sono consapevole che non ci saranno battelli pieni di cinesi e di giapponesi o turisti da tutto il mondo. Ne siamo tutti consapevoli: non avverrà. Ma piano piano la vita comincerà a riprendere e con essa le attività e il turismo".
Modello veneto
Per chiarire la fiducia nel modello veneto di gestione della crisi, Dotto ricorda che "si era in pieno Carnevale. Il 25 febbraio l'albergo era aperto, Venezia stava rialzando la testa dopo l'acqua alta. Si prospettava una bellissima primavera e i numeri indicavano una brillante Pasqua. Apprendere che era stato 'chiuso' il Carnevale è stato un colpo durissimo, impensabile. Ma oggi posso dire 'meno male'" che le cose siano state gestite con tanta fermezza e lucidità. "Il governatore Zaia ci ha dato grande sicurezza. Il Veneto ha avuto meno decessi, perché c'è stata una persona che si è assunta la responsabilità, purtroppo, di camminare da sola, non condividendo quello che stavano facendo altri. Ha messo la salute prima di tutto, 'costi quel che costi': ha interrotto il carnevale, mandato a casa i turisti, chiuso le aziende, ma ha salvato le persone. Questa doveva essere la priorità di tutti i governanti del mondo. Chiaro, stiamo perdendo tre generazioni di lavoro, quello che hanno costruito nonni e genitori lo stiamo pagando noi. Saranno i giovani a ripartire".
Tre misure per ripartire
E tra le misure che Dotto immagina necessarie, innanzitutto finanziamenti non a tasso agevolato, ma a fondo perduto: "gli imprenditori stanno accumulando perdite a nastro. La cassa integrazione è un ammortizzatore temporaneo, bisogna ripartire". In seconda battuta, "assunzioni a contributi zero per chi avrà il coraggio e la forza di riaprire. Il turismo - nota - sarà l'ultimo comparto a ripartire". Terzo elemento, "una campagna mediatica per il rilancio dell'Italia, per tutto il comparto turistico". I provvedimenti "dovranno restare in piedi un anno almeno, perché il post Covid-19 vedrà almeno tre anni difficili". Il rischio è "chiudere". Definitivamente. Un pericolo che al momento lo corrono in particolare le strutture di mare. "Gli albergatori di montagna hanno potuto contare su tre quarti di stagione. Al mare hanno speso per tutto l'inverno e ora non aprono. Giusto sarebbe, a quanti dovessero riuscire a riaprire i battenti a luglio, pagare i contributi". I finanziamenti, insiste Dotto, devono essere "a fondo perduto: i portali e tutti gli intermediari delle agenzie internazionali hanno, al momento, rimborsato d'ufficio, ma presenteranno il conto agli alberghi. E andranno in causa con quanti non potranno restituirli, o li oscureranno dalle loro piattaforme, il che equivale alla fine dell'attività". Ecco che, allora, "il gettito del finanziamento a fondo perduto è necessario per onorare tutte le caparre cancellate".
Turismo sostenibile, ora o mai più
Per altro, con le misure di contenimento e di attenzione, sottolinea Dotto, si dovrà convivere a lungo: "le persone dovranno sentirsi sicure di venire in Italia, sentirsi confidenti nel fatto che le strutture degli alberghi e tutta la filiera è controllata e garantita. Ecco la sostenibilità del turismo che dobbiamo mettere in pratica ora, a bocce ferme".