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Made in Italy, export tornerà a correre: raggiungerà i 510 miliardi di euro nel 2023

Il digitale traina le vendite, smartphone il device più utilizzato

In decisa ripresa l'export di made in Italy trainato dalle vendite digitali: da qui al 2023 dovrebbe raggiungere i 510 miliardi di euro. Nell'arco dello scorso anno il 79% dei consumatori globali ha acquistato online con lo smartphone che spinge gli acquisti digitali (+45% rispetto al 2019), seguito da pc (+41%) e tablet (+33%).Le migliori performance le mettono a segno abbigliamento e scarpe, elettronica e beauty. Nel report 'L’Export digitale per le PMI: le opportunità per il Made in Italy', PwC sottolinea come dopo la flessione fisiologica dell’export causata dalla pandemia nel 2020 (–15,3%), si attende una ripresa robusta dell’export di beni italiani a livello globale, con una stima di 461mld di euro nel 2021 (+9,3%), 487 mld di euro nel 2022 (+5,5%), per arrivare appunto a 510mld di euro nel 2023 (+4,8%. Nel 2021 è invece previsto un ritorno ai livelli pre-crisi dell’export dei servizi, mercato che, a seguito del forte calo nel 2020 (-29% nel primo trimestre), è destinato a raggiungere 107mld di euro nel 2021 (+26.2%), 117mld di euro nel 2022 e 122mld di euro nel 2023.

La graduale ripartenza sarà differenziata in base alle aree geografiche. Tra i mercati da presidiare: Germania, Usa, Cina e Russia.  Secondo la Global Consumer Insight Survey 2020 di PwC il 79% dei consumatori acquista online (+5% sul 2019) e di questi un consumatore su cinque fa shopping esclusivamente online. Lo smartphone è il device che cresce di più per gli acquisti digitali (+45%), seguito dal pc (+41%) e dal tablet (+33%). Il 41% dei consumatori continua a preferire il negozio per le spese giornaliere e settimanali, contro il 33% che preferisce lo smartphone, device che però segna un trend di crescita (+7%) sul 2019.

Secondo PwC scalano la classifica degli acquisti online la categoria di abbigliamento e calzature (53% online vs 22%in store), l’elettronica (41% online vs. 21% in store), la cosmetica (39% online vs. 21% in store) e le attrezzature sport&fitness (32% online vs. 18% in store). Si dividono invece più equamente fra gli acquisti online e quelli in negozi fisici gli alimentari (33% online vs. 32% in store), gli elettrodomestici (30% online vs. 23% in store) e i prodotti fai-da-te per la casa (32% online vs. 23% in store). Il 2020 è stato anche l'anno che ha visto un vero e proprio boom degli eventi digitali: il Global Shopping Festival di Alibaba ha movimentato un valore lordo di merci pari a 62 miliardi di euro in 11 giorni (dal 1 al 11 novembre). Il Black Friday 2020, invece, ha registrato una spesa totale negli Stati Uniti di 9 miliardi di dollari e un fatturato del +189% rispetto al 2019 in Italia.

I top marketplace mondiali per numeri di visite sono stati Amazon per gli acquisti generalisti, Zalando per la categoria fashion, BestBuy per l’elettronica, Wayfair per l’arredamento e Barnes&Noble per i libri. I dati di PwC evidenziano alcuni comportamenti che hanno accelerato i trend già in atto e che ne condizioneranno l’evoluzione in futuro. Nell’era post-Covid, secondo Erika Andreetta, partner PwC Italia e Consumer Market Consulting Leader, "per le pmi sarà fondamentale definire una strategia di vendita online, ripensare il sistema di logistica, puntare su un pricing dinamico ed investire in analisi dei big data per incrementare le performance di digital marketing sulle piattaforme digitali. È un’occasione unica considerato il livello di upskilling digitale del cliente finale a livello mondo. I Marketplace possono realmente fornire alle PMI italiane un canale distributivo importante che si aggiungerà ai canali già esistenti per far conoscere le nostre eccellenze con costi e tempi ridotti rispetto ai canali tradizionali. Fondamentale sarà ripensare ai nostri prodotti per venire incontro alle culture e ai gusti locali e investire fortemente in digital marketing per promuovere al meglio il Made in Italy".

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