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Mercato M&A in forte ripresa, 1,1 trilioni usd di operazioni annunciate nel terzo trimestre, ma pesa spettro Covid e non solo
Attolico (Citi), Usa mercato più incline, Italia attiva nel food&beverage con attività corporate
In forte ripresa le operazioni di M&A a livello globale anche se le attività transnazionali restano un po' più deboli. Per l'Italia, in questo senso, il comparto più attivo per le operazioni outbound è quello del food e beverage. Si tratta essenzialmente di operazioni corporate, più ridotte quelle dei private equity, dal momento che in Italia, a parte qualche eccezione, non ci sono big player in grado di competere con quello americano. E' in sintesi, quanto è emerso dall'intervento di Leopoldo Attolico, Country Officer di Citi, in occasione del webinar 'M&A outlook 2019-2020: Growth and financial trends between Italy and Usa', organizzato da AmCham Italy, la Camera di Commercio Americana in Italia. "Sorprendentemente, il mercato dell’M&A è in forte ripresa. A livello globale, il terzo trimestre di quest’anno è stato il più forte di tutti in termini di volumi di operazioni annunciate: oltre 1,1 trilioni di dollari, il terzo trimestre più alto di sempre con una grossissima crescita rispetto al secondo trimestre" sottolinea Attolico. "L’attività crossborder rimane un po’ debole e rappresenta oggi circa il 25% del volume globale di operazioni. La crossborder M&A activity quattro anni fa era di oltre 10 punti in più, circa il 45% del totale. A riprova del fatto che le ondate di protezionismo hanno colpito ance il mercato dell’M&A".
In questo scenario, gli Usa si confermano a scapito di quello che viene a volte rappresentato, il mercato più aperto e incline all’M&A al mondo. "Abbiamo oltre il 60% dl mercato crossborder M&A che vede gli Usa presenti con 171 mld di dollari di operazioni outbound e oltre 160 mld nell’altro senso, acquirenti internazionali in Usa. Anche il bilanciamento dei due valori dimostra - ad avviso di Attolico - l’apertura del mercato". Se restringiamo l’analisi a livello Emea, i trend non sono molto diversi. "I flussi verso gli Usa dall'Emeasono oltre 104 mld di dollari di operazioni annunciate entro il 2020 e circa 130 mld di operazioni Usa verso l'area Emea".
l'Italia, in questo ambito, trae vantaggio dalla forte interconnessione commerciale con gli Usa che rappresentano in assoluto il terzo partner per l’Italia dopo Germania e Francia e di gran lunga il primo partner a livello extra Unione europea. "E’ ben vero che questa partnership - osserva Attolico - un po’ per le diverse dimensioni del mercato, ma forse non solo, è sbilanciata a sfavore degli Usa, nel senso che abbiamo registrato nel 2019 circa 46 mld di esportazioni italiane verso gli Usa e importazioni pari a circa un terzo di quel valore dagli Usa verso l'Italia". Ma per quanto riguarda le operazioni di M&A "abbiamo più operatori americani che vengono in Italia a comperare che non il contrario". Una gran parte dell'attività avviene "nel mondo del private equity. I player Usa continuano a volere fare operazioni importanti in Italia". Attolico cita "l'operazione di KKR in Tim, annunciata a fine agosto; all'acquisizione di Engineering da parte di Bain Capital e Neuberger Berman, altri investimentisono stati fatti da Carlyle, Officine Maccaferri, Design Holding. E poi nel mondo del gaming con l'acquisizione Gamenet da parte di Apollo". Un focus particolare merita il mondo del real estate. "I grandi investitori americani investono molto nell’immobiliare e anche nel segmento legato ai non performing loan che sono spesso assistiti da garazie immobiliari. Vediamo invece meno attività da parte di corporate nell'ultimo triennio. La più grande e rilevante è stata l’acquisizione di Versace da parte di Michael Kors nel 2018 e successivamente la più importante è stata l'acquisizione della Roma Calcio da parte di Friedkin Group, avvenuta nel corso di questa estate".
Andando ad analizzare il flusso contrario, l'attività è meno legata al mondo del private equity: "in Italia non ci sono grandi operatori, salvo rare eccezioni, che possano sostenere operazioni importanti" afferma Attolico. Più attivo il corporate che ha condotto operazioni nel food&beverage in Usa.Come Lavazza o Ferrero. Su quali possano essere gli ostacoli per un ulteriore sviluppo, Attolico è chiaro: "innanzitutto la potenziale guerra commerciale su scala globale, ma anche temi di tipo regolatorio: organismi che possono imporre veti per questioni di sicurezza nazionale su operazioni effettuate da operatori internazionali negli Usa, con particolare riferimento al settore della difesa e dell'energia, possono costituire un deterrente importante. Lato italiano, il rfforzamento delle misure legate al Golden Power, che dà facoltà al governo italiano di porre veti, possono costituire, almeno a livello di principio, un deterrente, un fattore di rallentamento. Bisogna poi andare a vedere se questi poteri vengono davvero applicati nei flussi. Avremo un esempio a breve con Tim, che è soggetto al comitato Golden power di cui si attende pronunciamento a breve".
Guardando al futuro, le previsioni sono "in tempo di covid esercizio complicatissimo. Sicuramente la seconda ondata può avere un effetto depressivo sul mercato dell’M&A e non solo. Ci sono poi le elezioni americane. La strada accidentata della ripresa macroeconomia avrà un effetto sul flusso del mercato dell’M&A e dunque anche degli Usa e Italia. Infine, un ulteriore inasprimento o rilassamento delle tensioni comemrciali internazionali avranno un ruolo importante".