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Moda attenta! La generazione Alpha ti guarda.
Nessuno sconto da parte delle future generazioni di consumatori sulle tematiche ambientali
Rifiuti ed emissioni: aziende della moda, attenzione. La generazione Alpha vi guarda. Parliamo dei nati dopo il 2010. Bambini, di fatto, che oggi hanno al massimo 10 anni. La cui stella polare nella scelta dei consumi sarà (lo è già in qualche caso) il rispetto dell'ambiente. La certezza che quello che acquistano e indossano non fa male al pianeta e ai suoi abitanti. Una sensibilità fortissima che sarà dirimente nelle decisioni di acquisto future. E che chi produce moda deve avere ben presente nei ragionamenti a lungo termine. Oggi, evidenzia l'Area Studi di Mediobanca, l'industria della moda si limita a diffondere una comunicazione "verde". Non basta. "Deve adottare una sostenibilità di processo per allungare il ciclo di vita dei propri prodotti investendo in strategie di riciclo". Questo per ridurre il proprio impatto ambientale. A parziale discolpa, il fatto che "molte iniziative 'verdi' sono estremamente recenti e sono state appena lanciate, quindi siamo ottimisti sul fatto che i dati del reporting di sostenibilità nei prossimi anni saranno positivi" dicono gli esperti.
Per quelle società (le maggiormente capitalizzate) che hanno redatto un bilancio di sostenibilità, le principali tematiche analizzate sono i criteri Esg (Environment, Social and Governance). Per quanto riguarda il fronte sociale e occupazionale, l'aspetto più comune contenuto nei rapporti è l'età dei lavoratori: in media, il 39% del totale dei dipendenti (delle grandi società del fashion europeo) ha meno di 30 anni, il 49% ha un'età compresa tra i 30 e i 50 anni e il restante 12% ha più di 50 anni.
Per i maggiori gruppi della moda europea, evidenzia Mediobanca R&S, le donne rappresentano in media il 69,7% del totale, il numero di donne impiegate in posizioni dirigenziali scende al 54,2% e quelle rappresentate nei consigli di amministrazione si riduce ulteriormente al 24% (in media solo un membro del board su quattro è donna). Se prendiamo il sottoinsieme delle aziende più dinamiche, la rappresentanza femminile è mediamente più elevata, soprattutto nei ruoli manageriali e nelle posizioni di Cda: in media le donne rappresentano il 72,6% del totale in tali aziende, il 65,3% del management e il 37,7% degli amministratori. Sembrerebbe quindi che la presenza delle donne sia una spinta significativa per la crescita e la redditività delle aziende.