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Operazioni M&A nel lusso continuano nel 2021, nessun passo indietro
Deloitte, a livelli pre pandemia in due o tre anni
Gli investitori non desistono consapevoli della resilienza del lusso e assicurano di continuare a investire anche nel corso di tutto il 2021, mentre le stime di Delotte indicano ...
che si tornerà ai livelli pre pandemia in 2 o tre anni. Se cosmetica e profumi, oltre a orologi, abbigliamento, gioielleria e accessori, insomma i segmenti della moda, risultano particolarmente attraenti, tutto il comparto legato al turismo mostra ancora sofferenza e impiegherò tre anni a tornare al pre crisi. Ma in tutti casi l'inversione della tendeza negativa è attesa alla fine del 2022. Nel 2020, sono state registrate 277 operazioni di M&A nel settore Luxury, con un lieve incremento rispetto all’anno precedente (+6 operazioni). Tutto questo emerge dal Global Fashion &Luxury Private Equity and Investors Survey 2021 di Deloitte, un report che analizza trend e operazioni di M&A del mercato del lusso basandosi su dati di mercato e interviste a top manager.
Tornando alle operazioni di M&A, nonostante abbiano rappresentato quasi un terzo del totale, le operazioni nel settore Hotel sono quelle che hanno subito il maggiore impatto del Covid-19, riducendosi di 30 deal rispetto all’anno precedente. D’altra parte, la crescita nel mercato è stata trainata dei settori del segmento “Personal Luxury Goods”, ovvero Apparel & Accessories (23,5% del totale, +13 deal vs 2019), Cosmetics & Fragrances (20,6% del totale, +23 deal vs 2019) e Watches & Jewellery (4,3% del totale, +1 deal vs 2019). Al contrario di quanto registrato nel 2019, il 2020 ha visto la prevalenza di bidder di tipo finanziario (54% del totale). Per quanto riguarda gli acquirenti di tipo strategico, invece, il 75% di essi faceva parte di settori quali Apparel & Accessories, Hotel e “Other Industries”.
Secondo quanto emerso dal sondaggio Deloitte, il 100% dei fondi sta valutando un investimento nel settore Fashion & Luxury nel 2021, con un notevole interesse verso: Apparel & Accessories – manufacturing (67%), Cosmetics & Fragrances (42%), Apparel & Accessories – retail (30%) e Furniture (30%). L’interesse per i settori appena descritto riflette, in effetti, i trend di mercato attesi per i prossimi tre anni, che vedono i 'Personal Luxury Good'” e Furniture in forte crescita, mentre altri settori quali Hotels, Private Jets, Yachts, Cars e Cruises sono previsti rimanere stabili o addirittura in peggioramento, a causa del forte impatto del Covid-19 su queste tipologie di business. In generale gli investitori per il 2021 si attendono un impatto ridotto sui ricavi delle aziende operanti nel settore F&L: secondo l’87% dei rispondenti alla Survey, infatti, tale impatto sarà contenuto tra lo 0 ed il 20%. Le aspettative circa la ripresa mostrano ottimismo da parte degli investitori, con il 100% dei rispondenti che dichiara di attendersi un’inversione del trend negativo al più tardi entro la fine del 2022. Per il raggiungimento dei livelli pre-Covid, inoltre, secondo il 94% bisognerà attendere un massimo di 3 anni.
“Dopo un anno di estrema difficoltà dovuta alle chiusure imposte dalla pandemia di Covid-19, il 2021 si prospetta essere la rampa di lancio per la ripresa del settore del lusso. Grazie all’adozione da parte dei maggiori player del settore di tecnologie quali Big Data & Analytics, Artificial Intelligence ed Augmented Reality, che permettono di sfruttare al massimo il canale online, divenuto il principale touch-point con i consumatori, il business model delle società del lusso si è evoluto ed adattato alle condizioni di mercato sfidanti. Tale evoluzione, insieme all’importanza data a trend quali la sostenibilità, ha permesso di connettersi con i propri clienti, gettando le basi per il rilancio” afferma Elio Milantoni, partner Deloitte.
