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Oxford Economics, "da Fed rialzo tassi più contenuto, ma l'inflazione ha ancora la meglio sui timori per le banche"
"Quanta differenza può fare una sola settimana, e un attacco di panico finanziario?" Se lo domandano gli economisti di Oxford Economics, in vista della riunione della Federal Reserve della prossima settimana. Chiaramente non è possibile stabilire se e quanto il tumulto finanziario provocato dalle banche abbia indotto i funzionari della Fed a cambiare il proprio atteggiamento di politica monetaria. Ma è chiaro che il rialzo dei tassi di interesse ha eroso la liquidità delle banche, esacerbando la difficoltà di molte. La banca centrale americana si è dovuta attivare con 300 miliardi di supporto finanziario aggiuntivo per "placare la tempesta" e dare fiato alle banche sotto assedio.
Quali saranno dunque le decisioni che verranno assunte da Fed e Bce la prossima settimana? Le attese generali sono per un rialzo sì ma più contenuto. Afferma Bob Schwartz, Senior US Economist di Oxford Economics: "Ci aspettiamo un rialzo dei tassi di 25 punti base, poiché la Fed ritiene di poter prevenire il contagio fornendo la liquidità necessaria e di poter anticipare la curva dell'inflazione aumentando i tassi. Ma le turbolenze finanziarie hanno probabilmente tolto dal tavolo un rialzo dei tassi di 50 punti base, che era ampiamente previsto fino a poco tempo fa. Non solo un aumento più consistente provocherebbe maggiore instabilità finanziaria, ma i recenti dati economici indicano che la campagna di rialzi dei tassi dell'ultimo anno potrebbe essere più profonda di quanto previsto qualche settimana fa".
"Il rapporto sui prezzi al consumo è risultato superiore alle attese, il che mantiene la Fed in una modalità di rialzo dei tassi. Tuttavia, altri indicatori sono risultati più deboli del previsto, tra cui le vendite al dettaglio, la produzione industriale e i prezzi alla produzione. Questi rapporti ci ricordano che la dipendenza dai dati è una strada a doppio senso".