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Pandemia favorisce M&A nella moda, in Italia calano del 51% i volumi ma +19% il valore dei deal
PwC, "fusioni e acquisizioni leva chiave di creazione e protezione del valore"
Nonostante la pandemia e i numeri in crescita dell'emergenza sanitaria, nel 2020 gli investitori hanno confermato il loro interesse nei confronti dell'industria della moda, con due importanti operazioni realizzate da Vf Corp che ha acquisito Supreme per 2,4 miliardi di dollari e l'acquisizione di Stone Island da parte di Moncler per 1,5 miliardi di dollari. Emerge dal Global and Italian M&A Insights realizzato da PwC. Altre operazioni rilevante precedenti sono state, nel 2018, il deal di Vf Corp su Kontoor Brands per 2,1 miliardi di dollari; l'acquisizione portata a termine da Anta, Fv Fund Anamered Investments e Tencent Holding di Amer Sports per 5,4 miliardi di dollari. L'acquisizone di Versace da parte di Michael Kors per 2,1 mld di dollari. Da segnalare nel 2020 anche l'acquisizione di Golden Goose da parte di Permira per 1,4 mld di dollari. Se aumentano i valori (+19%), però, diminuiscono i volumi con un crollo delle piccole operazioni nel periodo pandemico del 17%. In particolare è il comparto degli accessori che è stato colpito severamente dalla recessione in termini di volumi (-77%)
Il mercato italiano ha visto un incremento sul 2019 in termini di valori delle operazioni, con un aumento di 1,3 miliardi rispetto all'anno precedente (+177% in valore a fronte di un calo del 51% del numero delle operazioni concluse). E questo in virtù dell'operazione Moncler-Stone Island e Golden Goose e Permira, avvenute rispettivamente nel quarto trimestre dell'anno e nel primo. E della acquisizione di Zimmermann da parte di Style Capital.
A livello globale, le operazioni corporate storicamente rappresentano circa il 70% delle totali in quanto a volumi nel mondo della moda. Il 2020 ha mostrato una contrazione del 18% in termini di volumi con una crescita delle attività dei private equity (il 37% rispetto a una media che si era assestata intorno al 30%). In Italia, rileva la ricerca, a differenza di quanto accade sul mercato globale, esiste un buon bilanciamento tra le attività corporate e quelle condotte da private equity, in virtù del forte interesse sia locale sia internazionale dei PE su obiettivi italiani: il 63%delle operazioni è stato realizzato dai private equity.
Tra i top deal nel mondo Fashion del 2020 in evidenza, oltre alla cquisizione di Supreme da parte di Vf Corp per 2,4 mld di dollari, di Stone Island da parte di Moncler per 1,459 mld, di Golden Goose da parte di Permira per 1,395 mld, anche di Shoe Palace (americana) comperata da Genesis per 681 mln, di Ascenta da Premium Apparel per 540 mln dollari, di It da Brooklyn Investment per 463 milioni di Boa da Compass Diversified per 454 milioni di dollari di Ningbo Yinzhiu Jielun Invest da Ningbo Shanshan 8cinesi) per 443, di Precor da Peloton per 420 e di Zimmermann da parte del private italiano Style Capital per 400 milioni di dollari.
"L'M&A nel comparto fashion continuerà a rappresentare una leva chiave di creazione e protezione del valore, agevolando la trasformazione del modello di business delle aziende più tradizionali, soprattutto in ambito digital e con operazioni di filiera" commentano Emanuela Pettenò, partner PwC Italia e Consumer & Markets Deals Leader, e Anna Nasole, Director Deals. "I fondi di private equity possono essere un partner che, oltre alle risorse finanziarie per gestire il cambiamento, apporta anche competenze, relazioni ed esperienza internazionale. La struttura delle operazioni dovrà comunque garantire un giusto equilibrio tra attrattività per il venditore e protezione per l’acquirente, tramite earn-out / vendor loan, in modo da agevolare l’incontro tra domanda e offerta soprattutto in presenza di fatturati e Ebitda depressi e non rappresentativi del valore dei brand.”