• Economy

Rallenta la crescita dell'Eurozona a settembre, pensano variante Delta e forte domanda

Milano, 23 settembre 2021 (L&F) - In forte calo l’attività economica dell’eurozona a settembre, come conseguenza della domanda incalzante emersa nel secondo trimestre dell'anno, delle difficoltà nella catena di distribuzione e delle preoccupazioni circa l'attuale stato della pandemia. Anche le attese per i prossimi dodici mesi sono caratterizzate da una preoccupazione crescete. Secondo la stima flash, l’Indice principale Ihs Markit Pmi Composito è calato da 59 di agosto a 56,1, mostrando un ulteriore indebolimento del tasso di espansione rispetto al picco degli ultimi 15 anni visto a luglio. "Nonostante indichi un valore nettamente superiore al trend pre-pandemico dell’indagine, quest’ultimo valore di crescita è stato il minore da aprile ed ha segnalato un altro mese di forte crescita superiore alla media. Si è registrata un’espansione robusta ma in rallentamento sia nel terziario sia nel manifatturiero, quest’ultimo leggermente superato dai servizi".

 

Tra i paesi dell’eurozona, in Germania la crescita è rallentata ad un ritmo particolarmente forte (da 60 a 55,3 l'indice Composito), toccando il valore minimo da febbraio, con elevati rallentamenti sia nel settore manifatturiero (da da 62,2 a 58,5) sia in quello terziario (da 60,8 a 56), con il primo colpito soprattutto dai problemi legati ai rifornimenti. Anche in Francia la crescita si è moderata, scivolando ulteriormente dal picco di giugno e toccando il minimo da aprile (da 55,9 a 55,1 il Composito). Il settore dei servizi (da 56,3 a 56) ha mostrato più tenuta del manifatturiero , quest’ultimo infatti ha segnato un incremento della produzione solo modesto, dovuto soprattutto alla carenza di materiali. Nel resto dell’eurozona la crescita complessiva ha superato quella francese e tedesca, nonostante sia rallentata al valore minimo da aprile, guidata dalla più debole espansione nei servizi con qualche affievolimento della spinta di crescita nel settore manifatturiero. Commentando i dati PMI Flash, Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit ha sottolineato che "la stima flash di settembre evidenzia la combinazione indesiderata di un rallentamento della crescita economica e dell’aumento esponenziale dei prezzi. Da una parte, il raffreddamento della crescita dal record in venti anni di inizio estate era previsto. Dall’altra, le aziende sono diventate sempre più insoddisfatte dai ritardi della fornitura, dalla carenza di materiale e dal sempre maggiore aumento del prezzo dei beni. Anche il terziario ha avuto di conseguenza delle difficoltà, perdendo spesso ordini e clienti. La fiducia delle imprese è diminuita a causa delle preoccupazioni sull’aumento dei prezzi, sulle incognite relative ai rifornimenti e sulla resistenza della domanda nel corso dell’attuale clima pandemico. Le previsioni per l’anno prossimo sono infatti scese al livello più basso da gennaio". 

Banner-Adv
Banner-Adv