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Reviva, "mercato delle aste in frenata, 191.253 per un valore di 13,2 miliardi nel 2022
Mercato delle aste immobiliari in frenata nel 2022. Secondo quanto diffuso da Reviva, lo scorso hanno si è concluso registrando 191.253 aste immobiliari, per un valore complessivo di 13,2 miliardi. Un dato in crescita solo del +3% rispetto al 2021 e inferiore del -25% rispetto al 2019, anno in cui tutte le operazioni si sono potute svolgere a pieno regime prima del biennio pandemico e del rallentamento delle procedure da parte dei tribunali. “L’anno è in realtà iniziato con un segnale positivo rispetto al 2021 in termini di vendite fissate, ma da luglio una parabola discendente ha portato ad una chiusura fortemente negativa: c’è quindi incertezza sul panorama del 2023, a causa proprio del trend in calo, nonostante il pareggio del numero di aste complessivo" commenta Giulio Licenza, Co-Founder & CBDO di Reviva. "La riduzione di NPLs in questi anni è stata marginale e ora si trova in aumento a causa dei nuovi default. Questo significa che tanti crediti non hanno ancora una procedura di recupero giudiziale attiva e che, delle procedure esecutive attivate nei tribunali, solo il 37% ha visto almeno un’asta fissata nel corso dell’anno, sintomo di rallentamenti che persistono ancora probabilmente a causa delle sospensioni in periodo pandemico”. Cala il valore degli immobili in asta: complessivamente -7% rispetto al 2021. Il valore medio degli immobili in asta, di 106 mila euro nel 2022, è in continuo calo rispetto ai 113 mila euro nel 2021 e 122 mila euro nel 2020. Come mai? Uno dei motivi è che solo il 37% delle procedure esecutive pendenti nei tribunali ha visto un'asta fissata nel corso dell’anno: ciò significa che il 63% delle procedure esecutive sono ancora “dormienti”. Questo porta in asta sempre gli stessi immobili, i quali a causa delle aste deserte, ovvero quelle in cui non si presenta nessuno offerente, subiscono ribassi del prezzo per poi avere un nuovo tentativo di vendita. La somma complessiva di questi ribassi ha portato una svalutazione nel solo 2022 di 2,2 miliardi, con una svalutazione media degli immobili nel corso dell’anno del -29%. Un altro dato osservato sui valori è che, nello specifico, sono stati gli immobili industriali (alberghi e industriali) quelli svalutati maggiormente, mentre i residenziali che nella prima parte dell’anno avevano un prezzo medio di molto superiore alla media, proprio a causa dello sblocco delle procedure sospese in periodo pandemico, si sono allineati ai valori dell’anno precedente. Calano, inoltre, le procedure esecutive pendenti nei tribunali: questo dato è fortemente controverso. Infatti, nonostante lo stock di NPL (nei bilanci delle banche e ceduto agli operatori specializzati) sia molto vicino ai volumi del 2015 e addirittura in aumento, si è verificato un calo delle procedure esecutive in corso nei tribunali. Le cause ipotizzate sono legate all’aumento dei tempi di attivazione delle nuove procedure relative ai crediti deteriorati ceduti dalle banche a player specialisti, oltre al fatto che l’avvio della procedura esecutiva prevede importanti costi per i creditori, i quali probabilmente in questo contesto di incertezza delle successive vendite, potrebbero preferire attendere una condizione migliore.