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Ripresa sempre più vicina per moda e lusso. Trainata dalla Cina e dagli Stati Uniti.
Altagamma aggiorna al rialzo consensus 2021, +30% Ebitda e +18% consumi
Ripresa sempre più vicina per la moda e il lusso anche se l’Europa, orfana del suo turismo, per ora segna il passo. Questo evidenziano gli aggiornamenti del Monitor Altagamma Bain sui Mercati Mondiali, presentato oggi insieme all'update dell'Altagamma Consensus 2021. Claudia D’Arpizio e Federica Levato, rispettivamente global head e partner di Bain & Company, società di consulenza strategica globale, con clienti in tutti i settori merceologici, tra cui moda e lusso, hanno rilevato ...
il ruolo trainante di Cina e Stati Uniti nella rinascita del settore che, specialmente nell’eurozona, ha fortemente risentito dell’onda d’urto pandemica. “La Cina corre perché è all’avanguardia non solo nei consumi del lusso, con una trentina di città dove aprire nuove boutique, ma anche nell’innovazione tecnologica" spiega D’Arpizio. "Fra i nuovi mercati del Sud Est asiatico - aggiunge - si affacciano, anche se timidamente, Filippine, Cambogia e Vietnam, mentre la grande scommessa resta l’India che in realtà, per motivi socio politici e strutturali e anche a causa della mentalità ultra tradizionalista locale, per ora non è uno sbocco appetibile per i luxury brand occidentali”. Fra i settori più dinamici e resilienti a livello di performance economiche tengono lo sportswear e gli accessori, soprattutto scarpe e borse ma anche i gioielli, mentre rallentano gli acquisti di orologi, abbigliamento formale e cosmetici e in parte anche di occhiali, sempre più legati alle dinamiche e alle strategie dei singoli marchi. E se il 2021 seguisse l’andamento di crescita del primo trimestre, la ripresa del lusso potrebbe avverarsi già entro l’anno con un valore che si aggira fra i 280 e i 295 miliardi anche se le incognite non mancano. “Molto dipenderà anche dal target dei brand: in tal senso sono avvantaggiati i marchi che hanno già un pubblico giovane e trendy, perché il mercato del lusso è internamente sempre più polarizzato anche se anche il second hand e il preloved high end stanno creando nuove opportunità commerciali per i brand consolidati e con brand awareness più elevata”. E di sicuro l’accelerazione della campagna vaccinale sarà un driver fondamentale dell’attesa ripartenza, che non potrà comunque prescindere dal fattore umano e dalla sostenibilità. “Il lusso è geneticamente sostenibile- spiega Federica Levato - e il ruolo dell’artigianato in questo campo è cruciale; i brand punteranno sempre di più a integrare la tecnologia, importante per semplificare e accelerare i ritmi produttivi, con relazioni umane più strette soprattutto a livello di shopping experience e anche i social, che si stanno moltiplicando soprattutto in Cina, faranno la loro parte”.
Riviste intanto al rialzo le stime relative all'anno in corso. L'update dell'Altagamma Consensus, elaborato in collaborazione con 21 analisti internazionali, vede un incremento dei consumi dei beni di lusso per la persona del 18% in media, mentre l'Ebitda sale da +23% della precedente rilevazione a +30%, trainato dai consumi domestici, in particolare quelli cinesi e americani, e dall’esplosione delle vendite online. Nel 2019 i luxury goods avevano un valore complessivo di 280 miliardi di euro. La perdita del 23% nel 2020 a causa di Covid-19 ha portato il mercato a 218 miliardi di euro, la prima decrescita di questa entità negli ultimi 20 anni per questo comparto. La seppure rilevante crescita delle vendite - mediamente del 18% - non sembrerebbe però sufficiente per assicurare una ripresa entro il 2021. Per il presidente di Altagamma, Matteo Lunelli, "grazie alla loro reattività e intraprendenza, nell’annus horribilis 2020 le imprese di alta gamma hanno lavorato non solo per contenere i danni, ma anche per costruire da subito le basi della ripresa. I primi segnali dell’anno sono molto positivi: gli investimenti sul digitale e la razionalizzazione dei propri modelli gestionali e di business stanno portando i loro frutti e, soprattutto per la forte ripresa di Cina e USA, le nostre imprese possono già guardare al futuro prossimo con moderato ottimismo”.