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Salvatore Ferragamo chiude in rosso il 2024, perdita di 68 milioni di euro
Il 2024 si chiude con una perdita netta di 68 milioni di euro per Salvatore Ferragamo, un risultato ben lontano dall’utile di 26 milioni di euro registrato nel 2023. Nonostante i progressi strategici in un contesto di consumi particolarmente complesso, il marchio ha dovuto fare i conti con un rallentamento significativo, che ha influenzato negativamente sia i ricavi che la redditività. I ricavi subiscono una contrazione del 10,5%, scendendo da 1.156 milioni di euro nel 2023 a 1.035 milioni di euro nel 2024. Il canale DTC (Direct to Consumer), che costituisce il cuore delle vendite dirette del marchio, ha subito una flessione del 3,8%, mentre il canale Wholesale è stato fortemente penalizzato con una perdita del 21,3%, una performance che rispecchia un mercato globale sfavorevole.
Un altro indicatore negativo riguarda il risultato operativo, che, al netto dell’effetto negativo dell’Impairment Test pari a 84 milioni di euro, ha mostrato un EBIT negativo per 49 milioni di euro, rispetto ai 79 milioni di euro positivi dell’anno precedente. "L’effetto delle svalutazioni sul margine lordo e i costi operativi più elevati nel secondo semestre hanno ulteriormente complicato il quadro finanziario, nonostante gli sforzi per contenere i costi e lanci di nuovi prodotti" si legge in una nota. Uno "scenario complesso", peggiorato dalle continue "tensioni geopolitiche e da un rallentamento della domanda nei principali mercati, come quello asiatico e, in particolare, in Cina, dove il business del lusso ha mostrato segni di debolezza. L'incertezza economica globale ha avuto un impatto notevole, influenzando le performance complessive e indebolendo la redditività della maison".
Con l’outlook del 2025 caratterizzato da continui rischi legati alla domanda di beni di lusso, Salvatore Ferragamo ha dichiarato di adottare un "approccio prudente" nelle previsioni a breve termine. Nonostante ciò, l'azienda è fiduciosa nella propria capacità di affrontare le dinamiche mutevoli del mercato, continuando a rafforzare l'offerta prodotto e valorizzando il proprio heritage, puntando a ottimizzare la redditività e le performance nel lungo periodo.
Per quanto riguarda la nomina del nuovo amministratore delegato, dopo l'addio di marco Gobetti, il board non ha ritenuto di procedere alla cooptazione di un nuovo componente, lasciando che sia l’assemblea prevista per il 16 aprile 2025.