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Spese per Natale -48% rispetto allo scorso anno. Scontrino medio 225 euro (Deloitte)

Il 20% aspetterà i saldi di gennaio alla ricerca di offerte speciali e approfittando di sconti

Milano, 7 dicembre 2020 (L&F) - In forte contrazione, stando alle previsioni di spesa, gli acquisti di Natale degli italiani. Secondo l'Osservatorio Deloitte Global State of Consumer Tracker, la stima è di una spesa di circa 255 euro a famiglia, pari a un calo del 48% rispetto al 2019. Sono soprattutto i consumatori con reddito medio (52%) che applicheranno tagli alla spesa di questo periodo a causa di un deterioramento della propria condizione economica. A preoccupare non è solo l'ondata della pandemia (che preoccupa il 43% degli italiani, come in aprile 2020), ma anche lecrescenti preoccupazioni finanziarie (47%) e timori di disordini sociali (38%). Forte la preoccupazione di chi teme di non essere in grado di effettuare i pagamenti imminenti (31%), con i giovani consumatori della fascia d’età 18-34 risultano più preoccupati della media (38%). Inoltre, a fronte del 40% che nutre timori rispetto alla perdita del proprio posto di lavoro, un altro 42% teme che i propri risparmi non siano sufficienti a far fronte alle proprie esigenze economiche nei prossimi mesi, incentivando quindi un comportamento orientato al risparmio. La traduzione di tutto questo sul fronte delle spese è che otto consumatori su dieci tireranno fortemente la cinghia. Tra coloro che dichiarano l’intenzione di spendere di più rispetto al 2019 rimane comunque forte la motivazione economica: il 32% cercherà di approfittare degli sconti del periodo. Circa l’11% dichiara che quest’anno non comprerà alcun regalo, il doppio rispetto all’anno scorso. Il 58% degli over 55 e il 35% dei 35-54 sono tra coloro che si asterranno. La maggioranza degli italiani rimane comunque orientata a celebrare i festeggiamenti natalizi, seppur in maniera diversa, e sono soprattutto i giovani i più desiderosi a non rinunciare allo scambio dei doni, con una spesa media di 220 euro.

A cambiare dunque non è solo il budget in sè, ma anche la sua destinazione: ciò che un tempo riservato ai viaggi ora è utilizzato per i festeggiamenti in casa e prendersi cura di sé. Gli acquisti di Natale si concentrano per il 50% sui regali e il 45% su acquisti di cibo e bevande (con una spesa media inferiore rispetto al 2019 rispettivamente del -19% e del -32%). Le preferenze degli italiani per i doni ricadono su categorie di prodotto poco esperienziali quali abbigliamento e accessori (43%), cosmetici e profumi (35%) e cibo e bevande gourmet (33%). Gli articoli non da regalo, come i mobili per la casa e le decorazioni hanno visto uno dei maggiori miglioramenti rispetto agli anni passati, ulteriore segno della riscoperta dell’ambiente domestico in questi ultimi mesi. Sono soprattutto gli over 55 (38%) che acquisteranno prodotti di enogastronomia come regalo per questo Natale, mentre il 55% dei giovani 18-34 dimostra una marcata preferenza per l’abbigliamento e gli accessori, anche di lusso (10%).

"Sicuramente la pandemia sta avendo un grande impatto sui consumatori ma, come abbiamo visto nei precedenti periodi di recessione, così come in quelli di crescita, i consumatori sono molto resilienti e si adattano al contesto esterno. Gli atteggiamenti delineatesi all’inizio della pandemia e confermatisi nel corso di questo anno caratterizzeranno i comportamenti di consumo anche di questo periodo. Ci sarà sicuramente - sottolinea Patrizia Arienti, Consumer Industry Leader, Partner Deloitte - una predisposizione marcata alla ricerca di prodotti local e made in Italy, in supporto alle realtà locali e alle eccellenze del nostro Paese, così come una forte attenzione alla privacy dei propri dati personali. Sono sempre più numerosi gli italiani che si dimostrano attenti a questa tematica, anche a seguito della crescita dello shopping online, alla frequenza d’uso e ad una migliore conoscenza delle dinamiche di questo canale. Un’altra tendenza marcata sarà la ricerca di efficienza negli acquisti. Considerate le limitazioni agli spostamenti e il fattore salute, le shopping expedition saranno pianificate con cura e i consumatori si dichiarano anche disposti a pagare volentieri un extra price per usufruire di quei servizi che consentiranno di avere maggiore comodità. Il cambiamento del comportamento dei consumatori si traduce in numerose sfide per il retail italiano, in primis quella relativa all’integrazione dei canali e alla conseguente gestione della logistica e della distribuzione, fondamentali per essere capaci di rispondere alle crescenti aspettative verso l’online e soddisfare le nuove esigenze dei consumatori.”

La finestra media dedicata agli acquisti quest'anno sarà più breve. Il 23% degli italiani ha iniziato i propri acquisti in occasione del Black Friday, il 37% concentrerà il resto delle proprie spese a dicembre, prima di Natale. A differenza degli anni passati, quest’anno ben il 20% aspetterà i saldi di gennaio alla ricerca di offerte speciali e approfittando di sconti. Il 32% degli intervistati ha inoltre dichiarato di essere orientato a cercare soluzioni che consentano maggiore comodità e flessibilità, come acquistare online e ritirare in negozio. Durante il picco iniziale di COVID-19, l’uso degli ordini online e pick up instore è dipeso soprattutto da motivazioni di sicurezza, con la finalità di diminuire le visite in negozio, riducendo conseguentemente gli affollamenti. Tuttavia, il numero di consumatori che stanno utilizzando questa modalità di acquisto come alternativa al delivery è in aumento, diventando un modo per rispondere a bisogni di maggiore convenience. Per il 25% dei consumatori si tratta inoltre di un modo per supportare i negozi locali nei periodi di blocco (da ottobre a novembre questa motivazione è aumentata di 7 punti percentuali).

Il 62% degli italiani intervistati ha dichiarato comunque di considerare i negozi fisici come la principale meta per lo shopping natalizio a fronte di un 38% che predilige l’online. I negozi tradizionali mantengono il primo posto come format di punta (26%), mentre i grandi magazzini (10%) e gli ipermercati (8%) vedono la propria popolarità ridotta. Nell’online sono i pure player come Amazon che ottengono la maggioranza delle preferenze (21%). Nello specifico, lo shopping in-store è considerato migliore per le categorie di prodotto più discrezionali che richiedono maggiore attenzione nella selezione e anche un servizio di consulenza. Stiamo parlando di enogastronomia (84%), personal luxury goods (75%) e home décor e mobili (72%). Le categorie più acquistate online, seguendo un trend confermato anche dalle rilevazioni degli scorsi mesi, sono l’elettronica e tecnologia (56%).

 

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