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Spread a 98,3 punti base. Gestori, "con Draghi potrebbe arrivare a 70 bp"
Delitalia, se crolla risparmi per 1,5 miliardi di euro l'anno
La promessa di un governo a guida Mario Draghi fa calare il differenziale tra i titoli decennali tedeschi e italiani sotto la soglia dei 100 punti base. Nel corso della seduta ha ristretto fino a 95 punti base per chiudere a 98,3 con un rendimento dello 0,583%. Secondo Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset di Pictet Asset Management, il restringimento potrebbe essere ancora più marcato, di 20/25 punti base. "L’effetto annuncio e i progressi di ieri hanno già provocato una compressione di 15 punti base fra mercoledì e giovedì. Un’ulteriore compressione di 20 punti base sarebbe possibile sui progetti presentati e approvati dalla Commissione Europea contestualmente a credibili riforme strutturali su P.A., pensioni e giustizia presentate nei prossimi mesi". Il differenziale contro bund potrebbe così comprimersi dai 100 punti base attuali a 70 punti base, non lontano da quello fra il bund e i Bonos spagnoli. "Oltre ai risparmi sugli interessi già maturati in tutta la fase di discesa dei rendimenti a livello globale che ci consente di emettere oggi a tassi mediamente vicini a 0%, ben al di sotto del costo medio del nostro debito pregresso (ca 2,5%), un ulteriore restringimento dello spread di circa 50 punti base, vale ogni anno, un ulteriore risparmio quantificabile in circa 1,5 miliardi di euro" evidenzia Delitala.
Anche secondo Michele Morra, portfolio Manager di Moneyfarm, "nel lungo periodo, se davvero l’Italia dovesse risollevarsi dalla stagnazione dell’ultimo decennio e ridurre il proprio livello di indebitamento, in uno scenario estremamente ottimistico, lo spread potrebbe tornare a livelli pre 2008 (circa 20bps), o comunque riassestarsi ai livelli degli altri paesi dell’Europa periferica (Spagna e Portogallo), i cui spread sono intorno ai 50/57 bps". Questo, sottolinea, "dipenderebbe da numerosi fattori quali unione fiscale, ripresa dalla pandemia e ammodernamento del paese tramite messa in atto di riforme strutturali, richieste più volte dallo stesso Mario Draghi in veste di presidente della Bce".
Certamente, "nel breve termine la volatilità rende difficile fare previsioni e riteniamo che restringimenti considerevoli del differenziale potrebbero essere di breve durata se non supportati da dati su Pil e utili societari solidi e in crescita già da quest’anno". Per altro, tiene a evidenziale Morra, "lo spread è un indicatore altamente ciclico. In altre parole, indipendentemente dall'andamento dell’Italia, nel breve termine, crescerà e diminuirà di pari passo con la volatilità dei mercati globali". Quando l’intervento di sostegno delle banche centrali verrà meno quanto sarà sostenibile il servizio del debito? si domanda l'esperto: "in questo senso la figura di Draghi può rappresentare una garanzia per gli investitori, ma a contare saranno soprattutto i dati core relativi all’economia e il livello di coordinamento della risposta data dai governi europei alla crisi. Al di là di questo effetto di breve termine, sarà interessante misurare le risposte dell'esecutivo Draghi sulla capacità del Paese di generare crescita, sia nel 2021 sia attraverso investimenti che migliorino le prospettive di lungo termine"conclude Morra.