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Tessile abbigliamento -10% nei primi nove mesi rispetto al 2019, -8% stima fine anno
Marcolin, "ripresa positiva ma non sufficiente. Aggregarsi per competere"
Recupera ma non abbastanza da tornare ai livelli pre-Covid il tessile-moda-accessorio italiano. Anche la stima sul fine anno vede un incremento del fatturato del 20,6% sul 2020, ma ancora un decremento dell'8% rispetto al 2019. Queste le previsioni diffuse da Confindustria Moda che traccia un bilancio sul terzo trimestre 2021 e indica una prospettiva sull'anno.
Nel terzo trimestre del 2021 il fatturato delle aziende rappresentate da Confindustria Moda registra una crescita complessiva del +18,1% rispetto al corrispondente periodo del 2020, e un aumento degli ordini del +21,3%. Per la prima volta da quando è stata avviata la rilevazione, nel terzo trimestre 2021 la quota di aziende a campione che ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali risulta lievemente minoritaria, pur attestandosi su livelli alti, pari al 49%, comunque in calo rispetto al 65% del secondo trimestre. Il cumulato dei primi 9 mesi evidenzia quindi un recupero del fatturato rispetto al 2020 attorno al +23%, con un divario però ancora superiore al -10% se raffrontato coi livelli pre-Covid. Rispetto al periodo pre-pandemico, infatti, il 39% delle aziende afferma di aver assistito a una crescita del fatturato, l’8% è sui livelli di allora e il 53% non ha ancora ripianato il divario coi livelli pre-Covid.
In riferimento ai mercati esteri, le esportazioni di tessile moda abbigliamento mostrano, nei primi otto mesi dell’anno, un rimbalzo nella misura del +26,2% sul medesimo periodo del 2020, arrivando a circa 42,7 miliardi di euro. Tuttavia, rispetto al livello di export del gennaio-agosto 2019, si registra ancora un gap del -5,1% (-2,3 miliardi circa). Analizzando le elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Moda sui dati Istat, emerge che l’area Ue cresce sul 2020 del +22,2%, restando al di sotto del -1,6% sul 2019. Similmente, l’extra-Ue cresce del +29,2% sul 2020, ma segna ancora un -7,4% rispetto al 2019. Da segnalare le performance di alcuni mercati particolarmente dinamici che hanno superato anche i livelli pre-Covid: gli Stati Uniti, infatti, registrano un +46,5% rispetto al 2020, con un +3,4% sul 2019; la Cina +64,6% sul 2020 e +23,7% rispetto al 2019; gli Emirati Arabi +94,5% rispetto al 2020 e +4,7% rispetto al 2019. Il 70% delle aziende prese a campione sottolinea un ulteriore aumento dei prezzi delle materie prime nel corso del terzo trimestre rispetto ai mesi precedenti e ben l’87% del panel ritiene che la fiammata dei prezzi impatterà sulla ripresa. Analoga preoccupazione per gli aumenti dei costi dell’energia: il 78% ritiene che andranno a condizionare il percorso di recupero delle aziende. Il recupero annuo è visto nell'ordine del 20,6% pari a 90.4 miliardi di euro, che corrispondono a +15 mld rispetto ai 75 miliardi del 2020.
"Nonostante le grandi difficoltà che il nostro settore ha affrontato lo scorso anno, il Tessile, Moda e Accessorio segna ad oggi una ripresa molto positiva, anche se ancora non del tutto sufficiente per tornare ai livelli pre-pandemici", nota Cirillo Marcolin, presidente di Confindustria Moda. "Il percorso per il rilancio dell’industria TMA made in Italy presenta già nuovi ostacoli, a partire dal forte aumento dei costi di materie prime ed energia. Anche il virus non è sconfitto del tutto e timori su possibili nuove restrizioni al turismo rappresentando un’ulteriore minaccia per la ripresa. Nei prossimi mesi tutto il nostro settore dovrà impegnarsi per cogliere le opportunità del PNRR per affrontare al meglio le sfide del futuro. Accelerare il percorso di transizione green e digital, infatti, non è solo la chiave per crescere più forti di prima, ma rappresenta un vero e proprio cambiamento culturale che deve interessare tutti i comparti della filiera. Per poter affrontare al meglio questa sfida e competere nel mercato di oggi, il “piccolo e bello” che ha caratterizzato il Fashion Made in Italy negli anni non è più sufficiente. Le imprese che compongono il nostro tessuto hanno la necessità di accrescere le loro dimensioni e diventare più strutturate, anche attraverso i meccanismi di aggregazione che la legislazione mette a disposizione". "Solo facendo distema e lavorando all'unisono" conclude Marcoli si potrà "essere pronti per le sfide poste dal Pnrr".