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Torna a crescere a marzo l'attività economica dell'eurozona, Pmi Composito sale a 52,5 punti
Williamson, "previsioni in calo a causa dell’aumento del tasso di infezione del Covid-19 e dell’introduzione delle nuove restrizioni"
L'attività economica dell’eurozona del mese di marzo torna a segnare una crescita, e questo grazie a incrementi record della produzione manifatturiera e in linea con la progressiva ripresa della domanda globale dalla fase pandemica. Più penalizzato il settore terziario che però ha segnato il più debole tasso di declino dallo scorso agosto. Le assunzioni sono aumentate visto che le aziende, incoraggiate dal rialzo degli ordini e dell’ottimismo sulle previsioni future, hanno rafforzato la loro capacità produttiva. La fiducia resta tuttavia offuscata dai timori di una risalita dei contagi da Covid-19. A marzo, si assiste anche al più rapido rialzo del tasso di inflazione dei costi dell’ultimo decennio, che a sua volta ha spinto al rincaro i prezzi di vendita di beni e servizi. L’aumento si è registrato soprattutto nel prezzo dei beni, che hanno indicato il maggiore aumento in quasi dieci anni, spesso collegato al rialzo dei costi di fornitura, visti i ritardi record dei tempi di consegna legati alla maggiore carenza di materiali.Secondo l’ultima stima flash di marzo, l’Indice Pmi hs Markit Composito dell’Eurozona è salito a 52,5 da 48,8 di febbraio, oltre le attese e mostrando la maggiore espansione da luglio 2020 e la seconda più rapida degli ultimi 28 mesi. La stima flsh del Pmi delle Attività Terziarie è salito a 48,8 (4,7 a febbraio), il valore più alto in 7 mesi; il Pmi Manifatturiero si è attestato a 62,4 (57.9 a febbraio), record da giugno 1997.
Commentando i dati, Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit ha dichiarato: “L’economia dell’eurozona ha superato a marzo ogni previsione, mostrando un’espansione molto più forte di quella anticipata grazie principalmente all’aumento record della produzione manifatturiera. Il settore dei servizi resta l’anello debole dell’economia, anche qui però il tasso di declino è risultato più moderato. Le aziende terziarie hanno infatti tratto vantaggio dalla ripresa del settore manifatturiero, i clienti hanno adattato il loro stile di vita alla pandemia e le prospettive per il futuro sono rimaste relativamente positive. Detto ciò, a causa dell’aumento del tasso di infezione del Covid-19 e dell’introduzione delle nuove restrizioni, le previsioni future sono in discesa. La natura a due velocità dell’economia probabilmente persisterà ancora per qualche tempo. Le imprese manifatturiere infatti stanno traendo vantaggio dalla ripresa della domanda globale, mentre quelle dei servizi che sono a stretto contatto con il pubblico, restano vincolate alle misure di distanziamento sociale. L’incremento della domanda per i beni manifatturieri ha allo stesso tempo messo a dura prova la catena di distribuzione a livelli mai visti finora, causando di conseguenza l’aumento più veloce dei costi in dieci anni. Queste pressioni probabilmente si manifesteranno nei prossimi mesi sotto forma di una maggiore inflazione di prezzi al consumo.”