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Ucraina, Anderson (Ficher): "improbabile mercato ribassista o recessione globale /IL COMMENTO

"Prezzi più alti dell'energia dovrebbero incoraggiare aumento forniture da fonti non russe".

"L'inasprimento del conflitto in Ucraina porta purtroppo un immenso e tragico costo umano, ma la storia del mercato dimostra come sia altamente improbabile che i conflitti regionali causino una recessione economica globale o un mercato ribassista". Così Aaron Anderson, Senior Vice President, Research, Fisher Investments, commentando le conseguenze sui mercati della guerra in corso nel cuore dell'Europa. "L’invasione russa in Ucraina ha intensificato tensioni che si stavano manifestando da mesi. Tuttavia, la storia ci insegna che la volatilità dei mercati spesso si verifica al crescere dell’incertezza relativa a un conflitto ma che, quando l’esito diventa più chiaro, i mercati si riprendono" evidenzia, specificando che "di solito, quando scoppia un conflitto aperto, i titoli azionari salgono nel periodo immediatamente successivo - non perché ai mercati piaccia la guerra, ma perché i mercati possono analizzare meglio la portata e le conseguenze potenziali del conflitto reale, e oltrepassare la paura dell'ignoto".

"Le sanzioni degli Stati Uniti, del Regno Unito e dell'UE - compresa la Germania che ha sospeso il gasdotto Nord Stream 2 - contribuiranno a prolungare la scarsità di forniture energetiche in Europa. Ma i mercati hanno avuto mesi per prepararsi a questo scenario (e ad altre potenziali cambiamenti). I prezzi più alti dell'energia dovrebbero, in ultima istanza, incoraggiare un aumento delle forniture da fonti non russe".

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