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Vago (Sistema Moda Italia), servirebbe una mini-Iri e investimenti pubblici per 8 miliardi di euro
Una mini Iri pubblico-privata, con un ruolo di indirizzo strategico, che favorisca l'aggregazione delle aziende del comparto tessile- abbigliamento, sia a monte, sia a valle della filiera: è l'auspicio che esprime Marino Vago, presidente di Sistema Moda Italia, evidenziando che il settore inebvitabilmente vedrà operazioni di consolidamento, per consentire alleaziende italiane di competere sullo scacchiere globale potendo contare su dimensioni più importanti. Intanto il Centro Studi di Confindustria Moda ha confermato che la filiera del tessile-abbigliamento ha perso nel corso del 2020 il 23,7% del fatturato rispetto al 2019, - 13,3 miliardi di giro d'affari. E la previsione di un altro semestre, il primo dell'anno in corso, negativo, ha spinto l'associazione a realizzare un dossier che contiene "proposte concrete e attivabili in tempi rapidi per interventi finalizzati al mantenimento e alla crescita della filiera". Smi si è avvalsa dell’analisi econometrica sull’andamento del settore realizzata dalla divisione Ricerca Applicata e Advisory della Business School dell’Universita’ Carlo Cattaneo Liuc e del contributo di Luca Bettale di Long Term Partners.
Il settore, se non ci fosse alcun intervento strutturale, potrebbe perdere nell’arco dei prossimi 3 anni, circa 9 miliardi di euro, chiudere circa 6.500 imprese (il 15%) con la perdita di circa 70mila posti di lavoro (il 17,8%): un vero e proprio tsunami economico e sociale. Ecco dunque che va messa in atto una "solida ed articolata politica di investimenti da attivare tempestivamente" per 8 miliardi di euro. Tre i livelli operativi secondo l'associazione degli industriali della moda: innanzitutto interventi di emergenza, "da attivarsi nell’immediato e finalizzati a salvaguardare le professionalità e ad agevolare i processi di ristrutturazione, consentendo sia di affrontare il delicato tema sociale delle uscite dal lavoro che quello delle entrate di nuove professionalità richieste dal settore nei prossimi anni". Poi interventi strategici di medio periodo per la messa in atto degli effetti relativi agli ambiti qualificanti della circolarità, innovazione creativa, digitalizzazione e recupero di competitività settoriale (previsti stanziamenti per 4 mld). Infine interventi strategici di lungo periodo, in rafforzamento e completamento delle misure previste nella fase precedente, eminentemente strutturali, negli ambiti della promozione, della formazione e della riqualificazione delle risorse umane.